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Vaccino contro il Coronavirus: mondo al lavoro (ma i ricercatori sono legati alla propria bandiera)

Coronavirus, vaccini: “auspicabile approccio integrato” (parliamo di AstraZeneca)

Pubblicato il 3 Febbraio, 2021

Dove non funziona un vaccino, si utilizzerà l’altro. Ora non è disponibile un solo strumento, ma una piattaforma con la relativa strumentazione, tutta da scoprire. Aifa autorizza il vaccino AstraZeneca per la prevenzione della malattia Covid-19 nei soggetti al di sopra dei 18 anni come da indicazione Ema (European medicines agency, ndr). Il vaccino è utilizzabile anche per gli over 55 senza fattori di rischio, ma si suggerisce un uso preferenziale per la fascia di età compresa tra i 18 e i 55 anni. E’ importante essere in buona salute per utilizzarlo su di sé, se si è più avanti negli anni. “L’arrivo di un terzo vaccino rappresenta un importante contributo alla campagna vaccinale in corso”, commenta il Dg di Aifa Nicola Magrini. E ancora: “Aifa ha fornito indicazioni per ottimizzare l’utilizzo dei vaccini esistenti sfruttandone al meglio le diverse caratteristiche”. La Commissione tecnico-scientifica (Cts) dell’Agenzia si è riunita il 30 gennaio 2021. Ha confermato la valutazione dell’Ema sull’efficacia (59,5% nella riduzione delle infezioni sintomatiche da Covid-19) e sul rapporto beneficio/rischio favorevole del vaccino. Abbiamo quindi una valida opzione aggiuntiva nel contrasto della pandemia, anche in considerazione della maggiore maneggevolezza d’uso di questo vaccino. I costi di sviluppo sono inferiori e si riscontra una maggiore stabilità, che non richiede temperature eccessivamente basse per la conservazione e il trasporto. Il modus operandi è simile a quello del primo vaccino approvato per Ebola alla fine del 2019: il preparato è basato su vettore virale.

La comparazione dei vaccini è difficile

Si tratta di uno strumento che rafforza la campagna vaccinale in Italia e, seppure i dati a disposizione indichino una efficacia inferiore a quella degli altri due vaccini disponibili, la comparazione tra i tre vaccini è difficile, tenuto conto delle diversità delle popolazioni studiate e della necessità di completare gli studi.

In particolare, i dati degli studi registrativi del vaccino AstraZeneca mostrano un livello di incertezza nella stima di efficacia nei soggetti sopra i 55 anni, in quanto tale popolazione (nella quale tuttavia si è osservata una buona risposta anticorpale) era scarsamente rappresentata.

Nel tentativo di contestualizzare le migliori condizioni di utilizzo di questo vaccino rispetto agli altri vaccini disponibili (BioNTech/Pfizer e Moderna) e sottolineando che una valutazione conclusiva potrà avvenire solo al termine degli studi clinici in corso, la Ctx ha suggerito:

  1. Un utilizzo preferenziale dei vaccini a RNA messaggero nei soggetti più anziani e/o più fragili. Per la definizione di specifiche categorie di rischio si rimanda a quanto previsto dal piano strategico per la vaccinazione anti SARS-CoV2/Covid-19 del Ministero della Salute.
  2. Un utilizzo preferenziale del vaccino AstraZeneca, in attesa di acquisire ulteriori dati, in soggetti tra i 18 e i 55 anni, per i quali sono disponibili evidenze maggiormente solide.

La Commissione si è riservata infine di fornire indicazioni puntuali su aspetti più specifici, quali l’intervallo tra la somministrazione delle due dosi, a seguito di ulteriori approfondimenti.

“Abbiamo una ulteriore arma contro la pandemia – osserva in conclusione il presidente Giorgio Palù – Altre presto se ne aggiungeranno. È auspicabile un approccio integrato tra vaccini e terapie anti Covid-19 attualmente in uso e in sperimentazione”. 

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