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Gratta e vinci rubato a Materdei, ennesimo colpo di scena. Il legale di Gaetano Scutellaro: “É pentito, ha problemi di salute mentale”

Dietrofront di Scutellaro che chiede scusa per il Gratta e vinci rubato.

Pubblicato il 14 Settembre, 2021

Continua ad arricchirsi di colpi di scena la vicenda che vede protagonista Gaetano Scutellaro, che si è appropriato indebitamente di un Gratta e vinci del valore di 500.000 euro di una 69enne.

Vincenzo Strazzullo, legale di Scutellaro, ha dichiarato che il suo assistito è pentito di ciò che ha fatto e non riesce a darsi una spiegazione. Aggiunge inoltre che è afflitto da gravi problemi mentali che lo avrebbero spinto a compiere un gesto così insensato. Ma ricostruiamo tutte le tappe della vicenda dai contorni grotteschi e quasi tragicomici.

Il furto del Gratta e vinci

Il fattaccio si è verificato venerdì 3 settembre in una tabaccheria di via Materdei, a Napoli. Una donna 69enne acquista un Gratta e vinci e scopre con sua enorme sorpresa di aver vinto 500.000 euro.

A questo punto, per sicurezza, chiede al figlio di Scutellaro di verificare la vincita. Questi, dopo averlo fatto passare il biglietto sotto lo scanner, lo consegna al padre che, dopo averne verificato la validità, senza dire nulla esce dalla tabaccheria e fugge in scooter.

La donna ha immediatamente presentato denuncia, mentre Scutellaro il giorno dopo si era recato all’aeroporto di Fiumicino con l’intenzione di partire per le Canarie. Nelle ore precedenti, secondo le verifiche degli inquirenti, Scutellaro si è collegato ben 3 volte al sito dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, evidentemente per verificare l’effettiva vincita e capire se poteva essere riscossa online.

Il suo piano però è saltato perché la polizia di frontiera l’ha bloccato presso i controlli. Precedentemente si era fermato a Latina per aprire un conto in una banca, stipulare un’assicurazione e depositare il biglietto vincente in una cassetta di sicurezza, dove è stato trovato.

La versione di Scutellaro

In realtà l’uomo ha raccontato una versione ben diversa. Ha spiegato che quel Gratta e vinci è suo e che aveva chiesto alla signora il piacere di riscuotere i soldi, credendo che la vincita ammontasse solo a 500 euro.

Ha inoltre aggiunto di non essersi recato personalmente in tabaccheria poiché un luogo poco gradito, essendo ormai separato con la moglie. Una volta ottenuto il biglietto dalla donna, si sarebbe allontanato per riscuotere i soldi. Infine ha preso la decisione di andare via da Napoli per paura.

Un racconto pieno di buchi e di contraddizioni, ma la polizia di frontiera l’ha lasciato andare. Dopo poche ore però è stato arrestato dai carabinieri all’altezza di Teano, mentre stava tornando a Napoli, con l’accusa di furto pluriaggravato e tentata estorsione.

L’accusa di tentata estorsione

La versione di Scutellaro è stata smentita dalle immagini di videosorveglianza dell’attività, che riprendono effettivamente la 69enne mentre acquista il Gratta e vinci vincente.

Dopo due giorni dal fattaccio la posizione di Scutellaro però si è aggravata ulteriormente. L’uomo infatti avrebbe chiamato la donna per chiederle di ritirare la denuncia e di dividere la vincita.

Durante la telefonata però la 69enne era in compagnia del nipote che, grazie ad un’app, è riuscito a registrare la chiamata.

Le scuse ed il pentimento

Ed eccoci infine al colpo di scena finale, con le scuse ed il pentimento di Scutellaro attualmente rinchiuso nel carcere di Santa Maria Capua a Vetere.

“Si scusa con tutti– esordisce il suo avvocato- soprattutto con la signora. Ha commesso un grave errore ed in quel momento non riusciva a ragionare. Credo che sia affetto da una grave malattia psichiatrica che lo ha indotto a compiere un’azione priva di logica.

Scappava perché aveva paura ma poi è tornato sui suoi passi. Sa che ha distrutto una famiglia, che non vuole più avere contatti. Lui è molto fumoso nelle cose che dice, vive in una realtà diversa e non riesce a capire quello che è successo.

Il giudice valuterà le esigenze cautelari e deciderà se convalidare o meno la misura restrittiva”.

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