A luglio, cosa avremo al posto del Centro Giovani?

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Centro Giovani e Informa Giovani saranno gestiti direttamente dal Comune, questa è la notizia uscita qualche giorno fa e fatta passare sotto traccia, come se fosse una questione banale.

Abbiamo molti aspetti che contrastano con questa decisione. Il primo è tecnico, alleggerire e sburocratizzare le funzioni di un’amministrazione comunale, significa concentrarsi sulle funzioni primarie e farle bene; sicuramente non è fra le prerogative di un Comune quello di diventare riferimento per gruppi di adolescenti, quindi pensare di municipalizzare questo servizio e pensare di farlo meglio è un’amenità concettuale.

Atro punto importante è politico, per razionalizzare, specializzare e migliorare i servizi al cittadino, una politica liberale tende a esternalizzare non tutti ma molti servizi, rivolgendosi a specialisti del settore, attraverso bandi concorsuali. 

Il nostro caso ricorda le politiche stataliste di destra e di sinistra radicale degli anni trenta, che tendevano ideologicamente a centralizzare i servizi,illudendosi di migliorarli, aumentando i costi e peggiorandone il servizio. Figuriamoci se si parla di attività che necessitano formazione specifica e un accreditamento professionale mirato;attività finalizzate a intercettare i giovani, favorire luoghi di produzione creativa, sostenere la creatività, incoraggiarel’impegno sociale e la socializzazione.

Quale sarebbe il progetto alternativo del Comune che sostituirà l’esperienza attuale? Non si dice e questo è terribile. Un plauso all’attività svolta fino ad oggi, dichiara l’amministrazione, una virtuosa realtà che ringraziamotanto, però ora levatevi di torno, facciamo noi.  Come? Poi ve lo diremo. 

Se il Comune avesse voluto preparare una propria eventuale strategia sull’argomento giovani, avrebbe potutotranquillamente rimodulare la proposta progettuale da inserire nei nuovi bandi e qualsiasi soggetto accreditato, che avesse voluto parteciparvi, avrebbe potuto garantire e magari migliorarne la continuità. 

Il nuovo bando avrebbe assicurato anche l’occupazione delle dipendenti che adesso lavorano su questi servizi, attraverso la clausola sociale prevista dalla legge, lavoratori che alla fine della proroga a giugno, si troveranno senza un lavoro; quest’aspetto, non proprio banale, il sindaco e l’assessore Cresci, l’hanno valutato? Inoltre, evocare oggi il Polo Culturale, legandolo ai servizi per i giovani è strumentale, servono due milioni per terminarlo e una modifica progettuale se dovrà contenere il centro Giovani al posto della Biblioteca così come vorrebbe il sindaco; veder affrontare temi così seri con quest’approccio sbrigativo e superficiale è mortificante. 

Riccardo Gelichi portavoce Ascolta Piombino

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Barbara Noferi

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