Pubblicato il 7 Luglio, 2022
Quando una persona muore lascia ai suoi cari un lasciato che comprende non solo beni mobili e immobili, ma anche un’eredità digitale che talvolta risulta complicata da gestire considerando le diverse lacune che ci sono in materia.
Lacune che, in parte, ha provato a colmare il Tribunale di Milano che si è espresso sulla richiesta di una donna di poter accedere ai profili social, ma anche nel cloud e nella posta elettronica del marito defunto.
La richiesta è stata necessaria poiché Apple, Microsfot e Meta Platform, prima di rilasciare le password, avevano comunicato alla donna che c’era bisogno dell’autorizzazione di un giudice.
Le motivazioni della richiesta della donna: “Sugli account social ci sono foto e video di mio marito defunto”
La donna nella sua richiesta ha allegato le motivazioni, spiegando che all’interno delle chat e delle email del marito defunto c’erano foto e video che li ritraevano insieme, ma anche dichiarazioni e messaggi d’amore destinati ai figli.
Il Tribunale di Milano dopo aver analizzato il caso si è espresso positivamente e ha accettato la richiesta della donna, che ora può recuperare tutto il materiale digitale del marito che interessa lei ma anche i figli dell’uomo.
L’avvocato della donna: “C’è una lacuna normativa nel sistema di protezione dei dati post mortem”
Marco Meliti, avvocato della donna, ha espresso il suo punto di vista a Il Messaggero: “Il provvedimento ci ricorda come i dati contenuti nei nostri account possano entrare a far parte dell’eredità, al pari delle lettere o delle fotografie custodite nei cassetti delle nostre scrivanie”.
Secondo l’avvocato, che quindi evidenzia una pericolosa lacuna in materia di eredità digitale, la sentenza del Tribunale di Milano “va incontro ad un interesse meritorio di tutela dei figli minori ma, allo stesso tempo, evidenzia una falla normativa nel sistema di protezione post mortem dei dati contenuti nei nostri account”.