Alla scuola “Vecellio” di Mestre “La mensa che non spreca”

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1.6.2021 – Attivare un circuito solidale che, oltre ad aiutare le persone in difficoltà, contribuisca ad eliminare gli sprechi alimentari. Si è svolta positivamente la fase sperimentale del progetto “La mensa che non spreca”, un’iniziativa messa in campo con il coordinamento del Comune di Venezia e con Ames (Azienda multiservizi economici e sociali), i gestori delle mense comunali e alcune realtà supportate dal Centro servizi volontariato di Venezia.

Per tutto il mese di maggio e fino a chiusura scuole una rete di persone ha raccolto le eccedenze delle mense scolastiche per redistribuirle nelle strutture che offrono i pasti alle persone in difficoltà. Una delle scuole pilota del progetto è l’istituto “Vecellio” di Mestre, nella quale si sono recati in sopralluogo oggi, martedì 1 giugno, l’assessore alle Politiche educative Laura Besio e quello alla Coesione sociale Simone Venturini.

Con loro Marianna Elia, referente del Dipartimento di Prevenezione dell’Ulss 3 e il presidente del Centro Servizi Venezia Mario Morandi. Ruolo dell’Ulss è quello di verificare, prima della raccolta delle eccedenze alimentari, che i pasti raccolti si mantengano integri per essere poi redistribuiti nelle strutture solidali. “Come Comune – spiega l’assessore Besio – abbiamo accolto positivamente le richieste di alcuni genitori riuniti nel gruppo ‘CiboCiboTondo’, i quali hanno pensato ad un modo per recuperare le pietanze residue delle mense scolastiche. Hanno chiesto aiuto alle Istituzioni per dare forma alla loro idea ed è nato il progetto ‘La mensa che non spreca’. Una iniziativa che vede un’allenaza virtuosa tra Comune, la ristorazione scolastica e la grande rete del volontariato e del sociale”.

Il cibo non scodellato è stato consegnato alla Casa dell’Ospitalità e alla mensa dei Frati Cappuccini, con il supporto dei volontari di Auser Venezia e dell’associazione Pedalia coordinati dal Csv. Nelle quattro settimane di sperimentazione sono stati recuperati più di 200 kg di primi piatti, circa 180kg di secondi e 200 kg di contorni, quasi 100 kg di frutta e yogurt. Le scuole che hanno collaborato alla sperimentazione sono i sette plessi degli Istituti comprensivi di Mestre, centro “Querini” e “Giulio Cesare” e due plessi (Leopardi e Vecellio) dell’Istituto comprensivo “Viale San Marco”.

“Come si vede dai numeri – ha proseguito Besio – la ristorazione collettiva porta in tavola ogni giorno circa 11mila pasti nel Comune di Venezia e quindi può giocare un ruolo fondamentale. Un ringraziamento per l’idea avuta a queste mamme attente, ma anche capaci di ascoltare, perché dietro a un progetto del genere c’è tantissimo lavoro e il coordinamento di tanti interlocutori”.

“Sono molto contento di questa iniziativa che coinvolge in primis le scuole e tanti bambini e ragazzi”, ha sottolineato Morandi. “Un’iniziativa che aiuta chi ha bisogno e per questo ringrazio e auguro buon lavoro a tutte le persone coinvolte. Questo progetto fa recuperare, inoltre, un valore importante: insegna ai più piccoli che non si deve sprecare, che non si può gettare il cibo”. 

“Un ringraizmento a tutte le realtà coinvolte, dai genitori da cui è partita la proposta, alle scuole, a chi lavora nella ristorazione, al Csv e a tutte le associazioni di volontari che partecipano in maniera attiva”, ha aggiunto Venturini. “E’ bello vedere come si possa evitare di sprecare cibo e, in maniera coerente con i nostri obiettivi, consegnarlo a chi ne ha bisogno. Visto l’esito positivo di questa prima fase ci auguriamo che il progetto possa essere esteso ad altre realtà, grazie anche al lavoro dell’Ulss 3, per diventare una realtà di sistema”. 

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Redazione Venezia 1

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