Alta velocità: se ne parla ad alto livello. “Non possiamo permettere che Roma-Pescara si percorra in quattro ore”: lo ha affermato il premier Giuseppe Conte domenica sera, in chiusura degli Stati generali. L’Aquila, del resto, è collegata con Roma essenzialmente grazie al trasporto su gomma: il collegamento ferroviario ha durata “eterna”. C’è chi ricorda il progetto dell’ingegnere Inverardi, che a suo tempo pensava a una ferrovia lungo l’asse autostradale. In una società che conosce l’immediatezza del digitale, è necessario che i trasporti delle persone siano sempre più veloci. Si torna a discutere a più livelli in merito di alta velocità. L’Aquila e Teramo saranno rese periferia d’Abruzzo dalla velocità su rotaia? Non si dimentichi il valore economico del dialogo tra una città e l’altra. Abbiamo interpellato in argomento l’avvocato Carlo Benedetti, presidente del Comitato comunale del Partito democratico.
L’Aquila sarà tagliata fuori dai collegamenti ad Alta velocità? “L’Aquila non può essere marginalizzata per quanto concerne il collegamento su ferro. Tagliare fuori il capoluogo è politicamente impossibile. La classe politica abruzzese deve cimentarsi con i grandi problemi, prescindendo, per un momento, dal campanile. Parliamo di un interesse complessivo, che riguarda sia L’Aquila, sia Pescara: dal punto di vista della costa è strategicamente vitale il rapporto con il Capoluogo. E’ necessario che l’Aquila goda di un collegamento più veloce con la Capitale, ma non bisogna dimenticare di agire a livello intra-regionale. Ovunque esistono criticità logistiche: viviamo in una città di montagna e bisogna agire di conseguenza. Si tratta di una problematica rilevante, che è vitale gestire in maniera degna: è utile all’economia il movimento veloce di persone e cose”.
Non mancano a livello nazionale le critiche dei No-Tav: che cosa ne pensa? “Non si può fermare il progresso, ma non bisogna inseguire il progresso a tutti i costi. E’ necessario valutare costi e benefici: la scienza può fornire risposte utili. Ce ne siamo resi conto avendo a che fare con il Coronavirus: la salute è la pre-condizione del benessere economico. Bisogna attuare valutazioni comparate, in nome di un progresso avveduto: è posto in risalto il rapporto tra il nostro Paese e l’Europa. La pandemia è un disastro che può diventare un’opportunità di rilancio, un’occasione di investimento: si configura un’economia dotata di maggiore realtà, fuori da un’immagine di plastica, se si svolge una comparazione con quanto accaduto negli ultimi anni”.
A L’Aquila che cosa avviene a livello economico? “A L’Aquila in tre anni non si è fatto nulla. Molto si regge ancora sul progetto Fare centro, che continua, anche se non in modo perfetto: è l’ultimo provvedimento della passata amministrazione. Ha permesso il reinserimento di attività di qualità, con impianti di prim’ordine: mira al ritorno di commercianti, artigiani, professionisti nel Centro storico, finanziando il 60% degli invesitimenti già fatti. Facciamo rimbalzare il rilancio dall’Italia a L’Aquila, in un circolo virtuoso: è anche questo l’intento dei Democratici”.
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