Pubblicato il 23 Giugno, 2020
Alta velocità: se ne parla ad alto livello. “Non possiamo permettere che Roma-Pescara si percorra in quattro ore”: lo ha affermato il premier Giuseppe Conte domenica sera, in chiusura degli Stati generali. L’Aquila, del resto, è collegata con Roma essenzialmente grazie al trasporto su gomma: il collegamento ferroviario ha durata “eterna”. C’è chi ricorda il progetto dell’ingegnere Inverardi, che a suo tempo pensava a una ferrovia lungo l’asse autostradale. In una società che conosce l’immediatezza del digitale, è necessario che i trasporti delle persone siano sempre più veloci. Si torna a discutere a più livelli in merito di alta velocità. L’Aquila e Teramo saranno rese periferia d’Abruzzo dalla velocità su rotaia? Non si dimentichi il valore economico del dialogo tra una città e l’altra. Abbiamo interpellato in argomento l’avvocato Carlo Benedetti, presidente del Comitato comunale del Partito democratico.
Alta velocità: scambio virtuale e materiale tra L’Aquila e Pescara
L’Aquila sarà tagliata fuori dai collegamenti ad Alta velocità? “L’Aquila non può essere marginalizzata per quanto concerne il collegamento su ferro. Tagliare fuori il capoluogo è politicamente impossibile. La classe politica abruzzese deve cimentarsi con i grandi problemi, prescindendo, per un momento, dal campanile. Parliamo di un interesse complessivo, che riguarda sia L’Aquila, sia Pescara: dal punto di vista della costa è strategicamente vitale il rapporto con il Capoluogo. E’ necessario che l’Aquila goda di un collegamento più veloce con la Capitale, ma non bisogna dimenticare di agire a livello intra-regionale. Ovunque esistono criticità logistiche: viviamo in una città di montagna e bisogna agire di conseguenza. Si tratta di una problematica rilevante, che è vitale gestire in maniera degna: è utile all’economia il movimento veloce di persone e cose”.
Non mancano a livello nazionale le critiche dei No-Tav: che cosa ne pensa? “Non si può fermare il progresso, ma non bisogna inseguire il progresso a tutti i costi. E’ necessario valutare costi e benefici: la scienza può fornire risposte utili. Ce ne siamo resi conto avendo a che fare con il Coronavirus: la salute è la pre-condizione del benessere economico. Bisogna attuare valutazioni comparate, in nome di un progresso avveduto: è posto in risalto il rapporto tra il nostro Paese e l’Europa. La pandemia è un disastro che può diventare un’opportunità di rilancio, un’occasione di investimento: si configura un’economia dotata di maggiore realtà, fuori da un’immagine di plastica, se si svolge una comparazione con quanto accaduto negli ultimi anni”.
A L’Aquila che cosa avviene a livello economico? “A L’Aquila in tre anni non si è fatto nulla. Molto si regge ancora sul progetto Fare centro, che continua, anche se non in modo perfetto: è l’ultimo provvedimento della passata amministrazione. Ha permesso il reinserimento di attività di qualità, con impianti di prim’ordine: mira al ritorno di commercianti, artigiani, professionisti nel Centro storico, finanziando il 60% degli invesitimenti già fatti. Facciamo rimbalzare il rilancio dall’Italia a L’Aquila, in un circolo virtuoso: è anche questo l’intento dei Democratici”.
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