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Violenta la figlia di 6 anni e lui costringe l’amico pedofilo a suicidarsi. Padre libero dopo sei mesi di carcere grazie ai cittadini del posto

Pubblicato il 31 Ottobre, 2022

Una storia incredibile, triste ed inquietante che arriva direttamente dalla Russia. Un uomo ha costretto l’amico pedofilo a suicidarsi e per questo è stato arrestato ma, dopo soli sei mesi di carcere, è stato rimesso in libertà grazie ai suoi concittadini ed alle loro iniziative. La vicenda ha visto protagonisti Vyacheslav Matrosov e Oleg Sviridov. Il primo, 35enne russo, ha scoperto che il secondo, suo migliore amico, aveva abusato ripetutamente della figlia di appena sei anni. Appena lo ha scoperto, la reazione è stata a dir poco furiosa. Il 35enne, infatti, ha portato l’amico pedofilo in un bosco, facendolo confessare e smascherando il suo crimine, poi lo ha picchiato, gli ha fatto scavare una tomba e, infine, lo ha costretto a suicidarsi. Gli inquirenti hanno scoperto quanto era accaduto e hanno condannato l’uomo a 18 mesi di reclusione con l’accusa di omicidio.

Amico pedofilo violenta la figlia, la vicinanza della gente del posto

La decisione, però, ha scatenato proteste pubbliche in tutta la Russia che hanno visto la reazione del 35enne soltanto come una sorta di legittima difesa e la sua volontà di proteggere la figlia dagli abusi dell’amico pedofilo. La pena di Matrosov, quindi, si è ridotta di un terzo e, anche se scontata in un carcere a regime severo, è durata soltanto sei mesi. Il 35enne è già uscito e ha festeggiato la libertà postando una foto sui social con la moglie. A smascherare l’amico pedofilo sono stati alcuni video sul cellulare di quest’ultimo che si riprendeva mentre abusava della bambina di sei anni. Filmati raccapriccianti che mostravano le violenze. La gente del posto, come detto, si è ribellata alle accuse di omicidio che erano state inizialmente inflitte a Matrosov (che in quel caso avrebbe rischiato una pena di 15 anni) e ha manifestato la vicinanza all’uomo firmando una petizione per chiederne la completa assoluzione, ma anche raccogliendo fondi per pagargli le spese legali.

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