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Anche Rosanna Scopelliti ricorda la Governatrice

Pubblicato il 15 Ottobre, 2020

Rosanna Scopelliti, già deputata della Repubblica Italiana e figlia di Antonino, magistrato assassinato dalla ‘ndrangheta, ricorda Jole Santelli con un lungo messaggio pubblicato sul proprio profilo.

Sono veramente addolorata. Oggi è una brutto giorno per la Calabria, un brutto giorno per tutti noi. A Jole Santelli sono legata profondamente. Lei è stata la mano a cui mi sono aggrappata quando ho iniziato il mio percorso in Parlamento. Il sorriso che cercavo tra i banchi dell’Aula quando, i primi mesi della scorsa legislatura, mi sentivo travolgere dalla responsabilità di rappresentare la mia terra. Quando ho deciso di candidarmi in Parlamento da indipendente nelle liste del Popolo della Libertà, lei era la capolista e nonostante non fossi iscritta al partito e ci conoscessimo solo “di fama” mi ha accolta e accompagnata con l’affetto e l’attenzione di una sorella maggiore supportandomi con quelle attenzioni e suggerimenti di cui avevo profondo bisogno. Sono arrivata a quell’appuntamento inesperta e piena di dubbi e lei è stata certamente la persona che mi ha dimostrato più vicinanza, seconda solo agli amici di sempre e a chi aveva proposto il mio nome. Anche quando ho mostrato il mio dissenso dalle scelte del PDL lei ha sempre compreso la mia diversità, il mio essere altro da tanti che le dicevano di sì solo per dovere. Ricordo in particolare quando il Presidente Berlusconi decise di andare a protestare sulla scalinata del Tribunale di Milano: io non c’ero, ma lei capì le mie ragioni e il profondo valore etico di quella mia scelta. Con l’On. Santelli, con Jole, ho varcato la soglia del Parlamento per la prima volta. Il Transatlantico, l’Aula, le votazioni per eleggere il capo dello Stato, un battesimo del fuoco che Jole mi ha aiutato ad affrontare tenendomi sotto la propria ala protettrice. In seguito abbiamo fatto scelte diverse, ma l’affetto e il rispetto reciproco ha continuato a caratterizzare le nostre discussioni: ricordo quelle quando decisi di seguire Angelino Alfano nel fondare il Nuovo Centro Destra con altri colleghi del PDL, quella di votare la fiducia al Governo Renzi, la sua arrabbiatura quando proposi, per prima nel centro destra, di votare Mattarella Presidente della Repubblica. Scelte che ci hanno allontanate politicamente ma mai umanamente. Quando, nonostante fosse malata, ha scelto di candidarsi a Presidente della Calabria, ho compreso che ci univa anche altro. Lei ha compiuto quella scelta difficile – e che l’ha portata ad essere la prima donna Presidente della Regione Calabria – non solo per senso del dovere o per la riconoscenza che ha sempre avuto verso il Presidente Berlusconi, come in molti hanno scritto e detto. È vero che Berlusconi le ha chiesto di sbrogliare in prima persona una matassa intricata, come solo la sua autorevolezza avrebbe potuto e saputo fare, ma bastava ascoltarla un minuto e guardarla negli occhi per comprendere che Jole è troppo innamorata della nostra terra per dire di no. Sapeva di poter fare bene e lo avrebbe certamente fatto. L’ho sentita l’ultima volta qualche giorno fa. Ci siamo date un appuntamento «nei prossimi giorni» per parlare della Fondazione, della quale voleva sapere di più e capire come la Regione, dopo tante promesse vuote dei suoi predecessori, avrebbe potuto dare una mano per ricordare la figura e l’esempio di papà. Quanto sarebbe stato bello, ciascuno con il proprio ruolo, con tutte le differenze tra noi, quelle che arricchiscono e non dividono, tornare a lavorare insieme per la Calabria! La sua morte è una grave perdita per la regione: aveva appena iniziato ad occuparsi del suo rilancio, ad impostare il lavoro della sua giunta. La Calabria farà molta fatica a trovare una donna o un uomo capaci di guidarla con la stessa capacità politica, lo stesso spirito, la stessa grinta, lo stesso amore per la sua terra. Un presidente che incarni e non solo comprenda, quanto siano fondamentali per risollevarci i rapporti tenuti sempre con pari dignità con il governo e il Parlamento, saper andare sempre a testa alta a Roma, non con il cappello in mano: tratti, non tanto caratteriali, ma profondamente politici, che lei impersonava almeno quanto la calabresità. Le mie più sentite condoglianze ai suoi affetti più cari, a Forza Italia e a tutta la comunità politica che le voleva bene e che si riconosceva nella sua guida, a chi le ha voluto bene veramente, per il suo essere innanzi tutto una donna buona, forte e coraggiosa. Il sorriso e lo sguardo attento e vivo di Jole, non ci lasceranno mai. Lo sento. Lo so.

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