La sua frase piomba inaspettata durante la conferenza stampa organizzata da Reginald Green per lanciare una nuova campagna per la donazione di organi, a 28 anni da quella che scosse l’Italia a seguito della morte del figlio Nicholas.
“Ho avuto una diagnosi di sarcoma dell’osso a 9 anni – racconta – la tanta chemioterapia mi portò uno scompenso cardiaco che peggiorò improvvisamente portando i medici dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, di fronte all’urgenza di un trapianto. Mi misero in lista d’attesa il 19 marzo e lo stesso giorno ci dissero che avevo una chance. Così cominciò la mia nuova vita”.
La legge vieta la possibilità di incontro tra riceventi e familiari dei donatori di organo, ma spiega Shana, “speravo di conoscere la persona che aveva ricevuto il cuore di mio fratello, quindi ho provato a cercarla su Facebook, con un post ricondiviso 65mila volte.
Era Anna che l’aveva rintracciata: incrociando le informazioni di giornali di 9 anni prima era risalita al sito web de la “Tenuta di Davide”, la fattoria didattica che la famiglia ha creato a Fondi, in ricordo del ragazzo.
“Adesso mi sento anche pronta a parlarne perché ho capito – conclude Shana – che l’unico modo per gestire il dolore della perdita è raccontare il valore del Dono”. Di cui si celebra il 4 ottobre la Giornata.
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