Pubblicato il 2 Gennaio, 2023
Così Antonino Cannavacciuolo.
Lo “chef del popolo”, così come è stato soprannominato dopo il trionfo alla Guida Michelin 2023, arrivato ragazzo in Piemonte da Vico Equense, paesino della costiera sorrentina dove il tempo sembra essersi fermato agli Anni 50, a 47 anni può dire di aver conquistato davvero tutto, così come ricostruisce il Corriere, che lo ha intervistato durante il suo giorno di riposo.
“Riuscirò a diventare un grande cuoco”, è la scommessa vinta col padre.
Il 2022 gli ha donato la terza stella Michelin, quella arrivata al suo ristorante Villa Crespi, adagiato sul lago d’Orta.
“No, non avevo dubbi sulla conquista della stella. Ma non si può mai essere sicuri… Anche perché su di noi non si è mai sentito nulla di nulla. Mai una sbavatura, un errore. Abbiamo sempre lavorato a testa bassa per costruire un progetto concreto. Solido. E sì, forse la terza stella che abbiamo ricevuto è solo la conferma di questo impegno”, ammette senza ipocrisie.
“Non mi sono mai fermato nemmeno un attimo, da allora. È stato un lungo, lunghissimo percorso, nel quale però non ho mai smesso di costruire e di mettermi alla prova. Perché la verità è che questo non è un lavoro ma è la mia vita. Anzi, non so più dove comincia l’uno e dove finisce l’altra. E poi devo ammettere che in questi anni mi sento profondamente maturato. Molti pensavano che Masterchef mi avrebbe danneggiato. Il luogo comune era: ah, adesso si è messo a fare televisione. Smetterà di lavorare. Smetterà di stare in cucina…. E invece io non ho mai abbandonato il mio lavoro. E vuole sapere anche un’altra cosa? Masterchef mi ha dato tantissimo. Anche gli stessi ospiti. Sono proprio fatto in un modo per cui cerco di prendere sempre il massimo da quello che avviene nella mia vita. E nulla mi passa accanto per caso”, racconta.
“Il 2022 è stato un anno emozionante, strepitoso, unico. Racchiude tutti i cerchi aperti del mio mondo. E la premiazione è stata un momento indimenticabile. Eravamo tutti davvero emozionati. D’altronde, credo si sia visto. Io, la mia famiglia, e tutto il mio gruppo storico siamo stati travolti da un’ondata di sentimenti pazzeschi quando abbiamo sentito l’annuncio della terza stella. E poi non potrò mai dimenticare quando i miei colleghi si sono alzati in piedi e mi hanno abbracciato. Quegli abbracci, davvero, non potevano essere più sinceri. E non è cosa da nulla, credetemi. Niente arriva per caso. Sia chiaro. Io lavoro duramente da anni per questo obiettivo. E con questo obiettivo. Il mio primo ristorante tristellato è stato Don Alfonso ed era il 1996. E da allora ne ho girati davvero tanti. Certo non per divertirmi, ma per imparare. Per conoscere. Per progredire. Perché non mi bastava saper cucinare. Io volevo farlo al massimo della capacità. E per riuscire in qualcosa del genere devi impegnarti duramente. Non ci sono mezze misure, scuse o scorciatoie”, sottolinea,
“Adesso spero anche di riuscire a prendermi un anno per poter studiare e stare un po’ tranquillo finalmente. Prendermi del tempo per me, cosa che non faccio quasi mai. Un 2023 di riflessione e approfondimento. Vengo da un periodo davvero intenso. Dico soltanto che abbiamo fatto quattro nuove aperture in una fase di chiusura completa. E non è stato sicuramente facile. Certo, adesso è ancora più difficile. Basta vedere come sono saliti i tassi dei mutui bancari”.
“Un desiderio? – conclude – Riuscire a starmene su una barca a pescare in santa pace. In silenzio. E attenzione: senza mettere nulla sull’amo, è questa la mia filosofia della pesca…Io e il pesce da pescare. Soli io e lui. Si imparano tante cose praticando questo sport”.