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Aranzulla

Aranzulla guadagna milioni e critica i giovani: “I loro modelli sono rapper analfabeti e tiktoker”

Pubblicato il 5 Agosto, 2022

“Non è che potessi non lavorare. Oggi mi pare che i genitori difendano sempre i figli, facendone imbecilli. I modelli sono rapper analfabeti e tiktoker che lasciano la scuola. Cambia l’algoritmo, e vanno in rovina. A cinquant’anni chi si occuperà di loro?”.

Così Salvatore Aranzulla.

Il re dei tutorial per utilizzare al meglio i pc e tutto l’universo che vi ruota attorno continua ancora a far parlare di sé.

Alcuni mesi fa aveva aspramente criticato la compagnia aerea Ryanair perché il suo volo non solo era in ritardo di 7 ore, ma il servizio clienti della compagnia sembrava inesistente e i social della compagnia erano più impegnati a fare meme sull’attualità italiana piuttosto che a fornire informazioni.

Stavolta, in una intervista rilasciata al Corriere della Sera, Aranzulla rivela i propri guadagni, dando anche le proprie pesanti opinioni sul panorama lavorativo italiano, lasciando trasparire amarezza nei confronti delle aziende e dei giovani.

In Italia il suo sito Aranzulla.it, è più visitato di Amazon: conta 690 mila click al giorno e il mago dei computer, soltanto nel 2021, ha dichiarato 3,8 milioni di euro di fatturato.

Aranzulla
Salvatore Aranzulla in vacanza a Taormina

“Potrei non lavorare più. Lo faccio perché mi piace. Ma appena metto il naso fuori dall’ufficio impazzisco: il mondo del lavoro è pieno di scappati di casa. Le aziende assumono giovani incapaci per risparmiare. Ci ho a che fare ogni giorno. Vogliono un testimonial”.

“Dicono: fissiamo una call. Io chiedo prima: avete il budget? Risposta: per ora no, ma sentiamoci lo stesso anche solo per raccontarci le vacanze. Le vacanze? Ma che lavoro fa questa gente illicenziabile? Telefona? Quando sono venuto a Milano, a 18 anni, il mio sito fruttava 36mila euro l’anno. Ci dovevo pagare le tasse, l’affitto, la retta in Bocconi”, dice ancora.

“Il fatturato 2021 era di 3,8 milioni. Il 50% viene da pubblicità. Il 25% da link affiliati alle aziende. Il restante 25% sono i corsi che faccio, le collaborazioni in cui sono testimonial. Da due anni ho disdetto tutti i miei investimenti in prodotti di banche italiane, che sono costosi e hanno rendimenti imbarazzanti. Faccio da solo“, conclude.

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