“Vittorio Fortunato sia riaffidato alla sua mamma biologica che da subito lo ha riconosciuto”. E’ l’appello dell’avvocato Daniele Bocciolini all’Adnkronos. Il neonato di Ragusa, “il cui padre naturale avrebbe inscenato il ritrovamento di bambino abbandonato in strada immediatamente dopo il parto – come spiega ancora il legale della donna – è stato erroneamente ritenuto in stato di abbandono morale e materiale e, per questo, in tempi molto rapidi, dichiarato adottabile e successivamente affidato a una famiglia diversa da quella originaria, in attesa dell’adozione definitiva.
La mamma, al contrario, risulta totalmente estranea alla vicenda tanto che nei suoi confronti è stata formulata richiesta di archiviazione”. “La mia assistita non ha alcuna colpa – ribadisce Bocciolini – infatti, pur non avendo ricevuto le dovute informazioni, sentita immediatamente dopo il parto, nonostante il comprensibile stato emotivo nel quale si trovava, ha sin dalle prime ore ammesso di essere la mamma del neonato e ha manifestato la volontà di poterlo riabbracciare. Non solo. Dopo apposita richiesta avvenuta presso l’Ufficio dello Stato Civile del Comune, ha provveduto anche formalmente al riconoscimento del figlio. Tuttavia ad oggi, nonostante l’accertata presenza della madre biologica, è stata rigettata anche la richiesta di sospensione e di revoca del predetto provvedimento di adottabilità”.
“Nell’interesse superiore del minore, pur rispettando e dovendosi tutelare le legittime aspettative della famiglia alla quale è stato pre-affidato il neonato, appare evidente il diritto della mia assistita di poter riavere suo figlio. In uno Stato di diritto come il nostro, infatti – continua l’avvocato della donna – è interesse del piccolo ‘Vittorio Fortunato’ crescere e sviluppare la propria personalità all’interno della famiglia naturale, costituendo l’adozione solo una extrema ratio. Nel caso di specie, la madre biologica (legittima a seguito dell’avvenuto riconoscimento) si trova sia nelle condizioni economiche che familiari e affettive per poter provvedere al minore, ha un lavoro fisso, una splendida famiglia alle spalle ed è in corso una causa di beatificazione per suo zio. Per questo, esperite tutte le azioni giudizialmente consentite, ci rivolgeremo alle Istituzioni locali e nazionali, al Garante dell’Infanzia, al Ministero della Giustizia, fino ad arrivare alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. La donna è intenzionata a tutto pur di riavere suo figlio”
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