In una delle residenze borboniche più belle, la Reggia di Carditello, giovedì 26 agosto, alle 19.30, sarà presentato l’ultimo libro di Nadia Verdile, Carne viva. Una saga italiana tra Otto e Novecento, per i tipi di Pacini Fazzi Editore.
A parlare con l’autrice ci sarà, dopo i saluti del direttore Roberto Formato, Maria Beatrice Crisci, direttrice del network Ondawebtv.
Dopo sedici libri di taglio storico – biografico, la scrittrice molisana, adottata da Caserta, approda al romanzo storico.
In tour dallo scorso aprile, il libro ha raccolto grandi consensi di critica e apprezzamento dei lettori.
Fine Ottocento. Tempo di fame e di stenti. Nel Molise ancora unito all’Abruzzo la povertà era la regola. Dopo gli anni ribelli e tragici del brigantaggio, in quello scorcio di fine secolo, tutto era precipitato nell’oblio delle Istituzioni. Padroni da una parte, servi dall’altra. Ma anche per i ricchi qualche volta c’erano i divieti.
Amare, per esempio, era un lusso non necessario. Qualche volta bandito. Da questo aborto obbligato dei sentimenti «sono nata io – dice l’autrice -, qualche generazione dopo».
Questa è la storia di Concetta e Umberto, i suoi bisnonni, figli di un tempo e di una società che marchiavano a fuoco i destini, segnati per sempre dalla scala sociale. Storia di una famiglia, ma anche paradigma e saga di un popolo con i suoi squilibri sociali, i drammi della miseria, dei pregiudizi, dell’emigrazione, delle contrapposizioni ideologiche e politiche.
Di persone e gruppi, famiglie e classi, archetipi di una società i cui problemi ancora oggi sono carne viva. Allora, al tempo dei protagonisti e della corolla di personaggi e discendenti che ad essi si accompagna, erano tragica realtà, da accettare con la rassegnazione dell’ignoranza, della cristallizzazione delle convenzioni e dei rapporti sociali dei secoli precedenti.
«In questa narrazione – spiega l’autrice – tutto è vero. Persone, nomi, passioni, fatti, viaggi, epiloghi ricostruiti in anni di ricerche negli Archivi di Stato e in quelli familiari, nelle scatole celate, per un secolo mai aperte, nella soffitta della mia famiglia. Carne viva è la mia, è quella della mia gente, dei miei avi, della mia terra».
Una copertina d’autore segna il testo. È di Lewis Hine, tra i più grandi fotografi sociali della storia, occhio narrante dell’emigrazione a cavallo dei due secoli, la foto che campeggia sotto “Carne Viva”.
«Sono molto contenta – dice Verdile – di tornare a Carditello con questo mio ultimo libro. Sono grata alla Fondazione che mi ha voluta in un luogo che rappresenta, più di qualsiasi altro, il riscatto. Quel riscatto che i miei avi cercarono. Inutilmente». In programma, a partire dalle ore 18.30, i voli ancorati in mongolfiera con Volare sull’Arte e le degustazioni di Falanghina nel suggestivo bosco di cerri, in collaborazione con Associazione Italiana Sommelier e Assessorato Agricoltura della Regione Campania.
L’iniziativa rientra nella programmazione di “ReSpira”, il Carditello Festival diretto da Antonello De Nicola.
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