Genova, sotto i riflettori, dunque. Basarsi solo sui numeri, specialmente a livello regionale e non locale, può essere poco attendibile sopratutto, come è noto, che in Liguria, al momento, il trend sia influenzato pesantemente dalla situazione genovese: ieri su 907 nuovi casi 762 erano a Genova.
Più utile, certamente, sarebbe sapere quale sia l’incidenza a Genova, o la percentuale dei tamponi positivi a Genova, e uno dei punti critici della comunicazione dei dati, da parte di Alisa, è che non ha mai chiarito la divisione dei tamponi per asl. Lo stesso Toti, del resto, in alcuni punti stampa, ha affermato che i tamponi sono per metà effettuati dalla Asl 3 quindi, comprensibilmente, si potrebbe stabilire che la percentuale dei tamponi positivi sul totale di quelli effettuati è, nel capoluogo ligure, attorno al 25%. Un dato, che se fosse confermato, sarebbe come un macigno: una persona su quattro, se effettua un tampone, è positiva.
Altre le variabili che giocano un ruolo determinante. La prima è che a Genova esistono zone dove il virus circola fino a 10 volte tanto rispetto ad altre zone dove è praticamente assente, la seconda è che ci sono regioni e città dove i tamponi vengono effettuati principalmente come screening generalizzati, altre – come il nostro caso – dove si sta procedendo a tracciare contatti di caso accertato. E’ più probabile che un contatto di caso sia positivo, in effetti (questo trend, si sta modificando, e con i nuovi ambulatori mobili aumenterà sempre di più la possibilità di un tracciamento non legato ai contatti di caso accertato).