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coronavirus

Coronavirus: scontro Crisanti-Rigoli. Virus indebolito o solo chiacchiere?

Pubblicato il 21 Giugno, 2020

Scontro tra scienziati sulla tesi dell’indebolimento del grado di infettività del Coronavirus, evidenziato da uno studio sui risultati di 60mila tamponi in Veneto, condotto da Roberto Rigoli, coordinatore delle microbiologie della regione, assieme a colleghi dello Spallanzani e del San Matteo di Pavia. La miccia l”ha accesa il prof Andrea Crisanti, capo del del dipartimento di microbiologia e virologia di Padova: per il quale queste affermazioni “solo solo chiacchiere”.

Ieri Rigoli ha detto che “ci sono segnali che virus si sta spegnendo”, basandosi su un ricerca preliminare partita 15 giorni fa, che ha coinvolto le Usl di Vicenza, Verona, Treviso e Mestre ed esaminato 60mila tamponi.

Oggi Crisanti ha replicato: “Chi parla dell’infettività di questo virus non sa quello che dice, perché l’infettività si misura sperimentalmente e sull’uomo non è possibile fare nessun esperimento e non esiste un modello animale. Senza numeri e senza misura non è scienza”. Crisanti ha poi sottolineato che “la bassa/assente infettività è stata valutata su due fronti: il primo epidemiologico monitorando i contatti stretti dei pazienti con carica bassa, il secondo seminando su colture cellulari i campioni appartenenti sempre a pazienti con c.t. alto (bassa carica). Dati preliminari di un lavoro condotto dal prof. Baldanti dimostrano che solo un’esigua minoranza di questi campioni risulta positiva in colture cellulari”. 

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