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Curiosità sulla letteratura: gli scrittori che amano scommesse e casinò

La cultura ludica ha una forte radice storica che risale a oltre 6000 anni fa, quando già gli egiziani erano abituati a divertirsi giocando ai dadi o SENET.

Pubblicato il 4 Luglio, 2023



La cultura ludica ha una forte radice storica che risale a oltre 6000 anni fa, quando già gli egiziani erano abituati a divertirsi giocando ai dadi o SENET. L’evoluzione del gioco ha accompagnato parallelamente quella dell’essere umano, nelle antiche popolazioni cinesi, elleniche e latine, il gioco era praticato nelle numerose ore di tempo libero, che i nobili avevano a disposizione ,ma la vera curiosità è che fu proprio Venezia ad aprire il primo casinò nel 1638, per le sale da gioco imponenti di Las Vegas si dovrà attendere fino al 1946.

Oggi è possibile seguire le news sportive e giocare slot nel casinò direttamente online, segno dei tempi ma soprattutto degli appassionati che nutrono questo mondo, che sin dal XIX secolo è entrato nella storia della letteratura: ecco alcune curiosità sui libri e gli scrittori che si ispirano al gioco e al mondo dei casinò tradizionali.

La letteratura ludica dell’esistenzialista minimale: Charles Bukowski


Basta leggere qualsiasi intervista di Charles Bukowski per capire che è molto più che un appassionato di corse ippiche, scommesse sportive e casinò, perché per lui è la stessa letteratura a essere un gioco, infatti, mischia sempre situazioni grottesche al limite del comico, esistenzialismo e nichilismo sfrenati, e quel tocco di assurdità e nonsense che non basta mai: almeno nei suoi romanzi e racconti.

Per quanto riguarda le poesie, è il suo minimalismo denso di metafore ad avere la meglio su uno stile profondo e nichilisticamente disincantato, non è un caso se oggi Bukowski continua a ispirare intere generazioni di artisti di ogni genere.

Da non perdere sono i romanzi Post Office, Donne e Factotum, le raccolte di racconti più famose sono Storie di Ordinaria Follia, Musica per Organi Caldi, Quando Eravamo Giovani e Compagni di Sbronze. Tuttavia, la sia ricca opera letteraria presenta anche tantissime raccolte di poesie, interviste e saggi.


Dostoevskij e la letteratura come scommessa


Nell’Ottocento ogni scommessa di Dostoevskij diventava un romanzo o un’opera letteraria e ogni pezzo di letteratura che creava era una vera e propria scommessa: in tutti i sensi. Spesso lo scrittore doveva scrivere le sue opere in tempi stretti per ottenere denaro e anche maggiori diritti d’autore, il motivo era eliminare i debiti di gioco.

L’emblema di Dostoevskij è il romanzo Il Giocatore, scritto in tempi record: meno di 4 settimane. La trama di questo romanzo descrive minuziosamente tutte le tipologie di giocatori che frequentano i casinò, il testo fu dettato letteralmente alla sua assistente che poco tempo dopo divenne sua moglie. La scommessa fra Dostoevskij e il suo editore fu proprio quella di scrivere il romanzo in meno di 1 mese, e Fedor ci riuscì. Con la somma di denaro dei diritti d’autore che ottenne, riuscì a pagare i suoi debiti di gioco.


Opere letterarie contemporanee dedicate ai casino e ispirate alle scommesse


Anche se non parla di scommesse sportive o di casinò, La Grande Scommessa è un libro davvero interessante e narra proprio della più grande scommessa finanziaria mai vinta da alcuni broker ma anche da persone comuni, che dal 2004 in poi puntarono contro il mercato immobiliare avendo fiutato la grande bolla che colpì l’economia mondiale nel 2007, è proprio il caso di dirlo: la scommessa più grande mai azzeccata.

Tra le opere italiane interessanti, segnaliamo Il Giocatore (Ogni scommessa è un debito) dell’ironico Marco Baldini, che in un’autobiografia divertente si racconta fra ippodromi, sale scommesse e casinò.

Un altro romanzo edito da Ad Est dell’Equatore, casa editrice napoletana, è Mannaggia Sant’Antover, ispirato ai casinò e alle scommesse calcistiche, ambientato nell’Università della Scommessa Ignorante, ai piedi del Monte Palinsesto.

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