La sedicenne afghana ha lasciato Herat, con il benestare dei genitori che he hanno capito il suo desiderio di conquistarsi delle opportunità migliori, per raggiungere Smirne, in Turchia.
Di lei non si sa più nulla, fa parte di quel numero, presumibilmente una trentina, ma potrebbe essere più alto, di dispersi, gente inghiottita, e trascinata chissà dove, dai flutti forza 5 che domenica all’alba frustavano quel fazzoletto di mare a 150 metri dalla spiaggia di Cutro, così come racconta il Corriere.
Seduto nel tendone allestito dalla Croce Rossa proprio all’ingresso del Palazzetto dello Sport che ospita la camera ardente, l’afghano piange nel guardare le foto di Mahdeh che custodisce nel cellulare.
Mahdeh è dispersa come altri bimbi e ragazzini, forse i più deboli, incapaci di affrontare la violenza dei cavalloni, e che con ogni probabilità non sapevano nuotare.
Tra i nomi di quelli che non sono stati trovati ecco Mortza, 7 anni, la sorellina Mershana, 3; poi un’altra piccola, Niyayesh, 7, strappata alla madre Leila sopravvissuta alla strage assieme all’altra figlia Mariam, 17.
Gli scampati sono in tutto 82, chi ospite al Cara di Capo Rizzuto, chi in centri per minori, chi ricoverato al «San Giovanni di Dio» di Crotone, dove è stato in visita oggi il presidente Sergio Mattarella.
Ieri, mercoledì sera, è stato avvistato un altro cadavere ma il mare agitato e il buio non hanno permesso il recupero del corpo. Sembrava proprio un altro bambino.
Posto che a bordo della “Summer Love”, il nome dal caicco che si è squarciato dopo aver toccato uno scoglio, ci fossero circa 180 persone, così raccontano le testimonianze e ha riferito ieri il gip Michele Ciociola, i dispersi dovrebbero essere circa 30.
Le ricerche continuano, motovedette pattugliano larghi tratti di costa ionica e vengono impiegati anche dei droni.
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