Nel 1964 fu Roberto Patrignani a raggiungere Tokyo, nell’anno delle Olimpiadi. Stavolta sarebbe toccato a Fabio Cofferati raggiungere la capitale giapponese nell’anno di una nuova Olimpiade, ma l’impossibilità di raggiungere la meta, lo ha fermato a 43 km dal traguardo. Cofferati, partito in Vespa da Salsomaggiore, si è arrestato sulla spiaggia di Korsakov: da lì in poi era impossibile proseguire. Impresa sfiorata, ma si può dire quasi compiuta. Ecco le parole del protagonista a conclusione della lunga marcia lunga quasi 15 mila chilometri: «14.985 km per arrivare fin qui, sulla spiaggia di Korsakov. A ruote, impossibile andare oltre. La punta della penisola di Sakhalin dista solo 43 km dall’isola giapponese di Hokkaido che confrontati a tutta la strada fatta, sono un battito di ciglia. Umanamente era impossibile fare di più. Ogni viaggio ha la sua storia, questo è andato così. Non è una sconfitta, anzi oggi abbiamo fatto la storia vespistica: non ho memoria dell’ultimo viaggio compiuto sotto l’egida di tutto il consiglio del Vespa Club d’Italia. Per me è stato un grande onore portare alti i nostri colori, la vera protagonista è stata lei, la Vespa».
Stefano Ravaglia
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