De Santis (Idv): “Case bombardate ancora lì, in via XX settembre, dopo 12 anni: una vergogna ingiustificata”

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Lelio De Santis, capogruppo di Cambiare insieme al Consiglio comunale, scrive in una nota: “Chiunque passi lungo via XX settembre, quasi di fronte al Tribunale, si imbatte in un’area devastata, più che dal terremoto, da un bombardamento recente. Eppure sono trascorsi 12 anni e dei lavori di ricostruzione degli edifici distrutti non si vede ancora un minimo segnale. Il progetto “Banca d’Italia-via xx settembre” che riguarda il palazzo dell’Anas, l’edificio dell’Ater e due condòmini in via Fonte Preturo e via Castiglione, fu approvato nel 2012 e l’accordo di programma nel 2015. Prevedeva la ricostruzione degli edifici, la realizzazione di una piazza di 2.000 metri quadrati e degli esercizi commerciali di vicinato, con la riqualificare urbana di tutta l’area e la previsione di spazi sosta anche per autobus. Nel 2019 la Giunta comunale ha modificato l’accordo di programma precedente, stralciando la realizzazione della piazza, il cui costo di 650.000 euro è stato messo a carico del comune. Da allora, un progetto così ambizioso ed importante, di un importo di 5,6 milioni, che si sviluppa su circa 9.000 metri quadrati è finito affossato e dimenticato nelle maglie della burocrazia e della cattiva amministrazione. E’ un esempio negativo della ricostruzione che non va, che non parte, che deturpa la città e che, soprattutto, non sollecita la responsabilità del sindaco e degli assessori competenti. Mi auguro che la nomina del nuovo dirigente, architetto Evangelisti, serva anche a riprendere questo importante progetto e a dare seguito a quanto previsto dal master Plan definitivo. Suggerisco, pertanto, di ricostruire le abitazioni delle 25 famiglie che le abitavano, di realizzare la piazza a spese del Comune e di consentire la realizzazione degli esercizi commerciali previsti in tempi ragionevoli: sarebbe così risanata e riqualificata un’area strategica della città, realizzando anche sevizi utili al quartiere della Banca d’Italia ed agli utenti del Tribunale. Questo è un altro esempio plastico che un’amministrazione comunale non dovrebbe mai dare, dimostrando scarso interesse per la rinascita della città”.

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Redazione LAquila

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