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Esino Lario

Esino Lario, assessore ucciso col falcetto: l’assurdo movente confessato dall’assassino

Pubblicato il 23 Aprile, 2024

Il movente è indefinibile. Un sacco di pellet. Ecco cosa ha scatenato la furia omicida su Pierluigi Beghetto, l’assessore comunale 53enne ucciso con un falcetto da giardino a Esino Lario, in provincia di Lecco.

Il delitto è stato confessato dall’artista di strada Luciano Biffi, che ha pure rivelato il movente.

Secondo quel che ha dichiarato ai carabinieri, la vittima aveva poggiato un sacco di pellet sulla porta del box sbagliato.

Esino Lario
Pierluigi Beghetto

Proprio così: un sacco posizionato nel punto sbagliato ha fatto esplodere la violenza, la mano armata da una roncola, i fendenti, uno alla gola, per uccidere.

E così è stato: “Non è riuscito a urlare”, ha sottolineato l’assassino spiegando perché la gestione degli spazi comuni del cortiletto del loro caseggiato ha legittimato l’aggressione e rivelando che non si è trattato di una lite.

Beghetto è stato colpito improvvisamente, così come lo stesso Biffi ha ammesso: “Il mio assistito mi è parso lucido, ma molto provato per quanto successo – ha riferito l’avvocato d’ufficio – Già subito dopo il delitto aveva reso dichiarazioni spontanee. Ovviamente è devastato per quello che ha commesso”.

Stando alla stampa locale, pare che tra i due non scorresse buon sangue per questioni condominiali. In passato le discussioni avevano riguardato perlopiù una perdita idrica e dei tubi ammalorati che Biffi, da poco tempo tornato a vivere stabilmente in paese, dopo una vita da sassofonista e artista di strada, non voleva sostituire, ma che avrebbero causato infiltrazioni d’acqua nell’appartamento sottostante di Beghetto, che con la famiglia risiedeva a Usmate Velate (Monza e Brianza).

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