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un foglio di banconote da 100 euro

Euro in parità col dollaro: scenari più negativi che positivi

Il valore dell’euro è sceso in parità con quello del dollaro per la prima volta dal 2002.

Pubblicato il 12 Luglio, 2022

Il crollo dell’euro nei mercati internazionali ha portato la valuta del nostro continente a scendere a parità con il dollaro. Si tratta della prima volta a partire dal 2002, anno in cui l’euro fu introdotto.

Le cause del crollo

Le cause di questo crollo dell’euro sono il taglio delle forniture del gas russo per l’economia europea assieme alla prospettiva di una recessione causata dall’aumento dei prezzi dell’energia e dai ritardi della Bce rispetto alla Fed in termini di politica monetaria. Oltre a questo c’è anche il biglietto verde preferito dagli investitori, che ha portato il dollaro a guadagnare quasi il 14 % dall’inizio dell’anno. Gli analisti dell’economia affermano che la debolezza dell’economia fa aumentare l’incertezza riguardo al futuro piano di rialzo dei tassi fatto dalla Bce. Sarah Hewin, senior economist di Standard Chartered, ha detto come in questo non sembri esserci tanto sostegno per l’euro, anche a causa delle divergenze della Bce sul rialzo dei tassi. La stessa Hewin ha continuato dicendo: “Le attese sono per un incremento dei tassi da parte della Federal Reserve da 75 punti questo mese con la prospettiva di raggiungere la neutralità dei tassi il prima possibile mentre per la Bce il messaggio è più variegato”. 

La partita per l’euro non finisce

A mettere in difficoltà l’euro c’è anche il franco svizzero, in quanto la moneta unica europea è scesa a 0,9836 franchi svizzeri, valore minimo dal 2015. Questa fortissima recessione preoccupa anche in vista di domani, quando verranno pubblicati i dati sull’inflazione in Francia, Germania, Stati Uniti. Cresce così la preoccupazione riguardo a possibili divergenze su entrambe le sponde dell’Atlantico. La recessione dell’euro favorisce comunque l’export, ma il commissario europeo Paolo Gentiloni ha ricordato come tutto questo possa portare i costi di produzione per l’acquisto di materie prime non prodotte in Europa e quelli dell’energia ad aumentare. La Coldiretti ha sottolineato come “sotto la spinta dell’euro debole con un balzo del 19% è record storico per le esportazioni agroalimentari Made in Italy nel 2022, con oltre un terzo del valore che viene realizzato fuori dai confini dall’Unione europea”, ma anche come a trarre beneficio dalla recessione possa essere il settore del turismo, in quanto il tasso di cambio vantaggioso potrebbe portare i turisti americani a scegliere l’Europa come meta per le proprie vacanze e ad approfittare dei minori costi acquistando così in loco. E non finisce qui perché le materie prime commerciate in dollari subiscono un’impennata dei prezzi con la crescita del dollaro, il che porterebbe anche a un aumento della bolletta del petrolio dall’inizio dell’anno dell’8 %. Un dato relativo a un più generale aumento delle bollette che mettere a dura prova diversi settori industriali.

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