Uccise la ex fidanzata perché non voleva più stare con lui, confermato l’ergastolo per il killer

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Era l’1 febbraio 2021. Un uomo viaggiò dalla Campania per raggiungere il Basso Salento e dare una lezione alla sua ex findanzata perché non voleva più stare con lui. La donna si era rifatta una vita e aveva deciso di mettere da parte quella relazione ed intraprenderne un’altra. Lui, il ragazzo si è sentito tradito ed ha deciso di agire nella maniera più estrema possibile. Più di 30 coltellate per ammazzarla e poi cercare di fuggire, in stazione per tornare in Campania. Le forze dell’ordine, però, lo ritrovarono e lo arrestarono. Dopo poco più di un anno, a febbraio 2022, la sentenza di condanna all’ergastolo. Oggi la conferma dell’estrema decisione da parte dei giudici. La Corte d’Assise d’Appello si è pronunciata questa mattina ed ha quindi confermato la condanna all’ergastolo per Salvatore Canfora, 40enne di Torre Annunziata che, come detto, uccise a coltellate la ex fidanzata Sonia di Maggio a Specchia Gallone, frazione di Minervino. 

Ex fidanzata uccisa, la spiegazione del Pm

Carfora, secondo le indagini del pm Alberto Santacatterina, partì da Torre Annunziata con l’obiettivo specifico di uccidere l’ex fidanzata, 30enne originaria di Rimini, che si era trasferita nel Salento per rifarsi una vita con il nuovo fidanzato. Durante il viaggio dalla Campania a Specchia Gallone, Carfora aveva con sé il coltello con il quale inflisse oltre 30 fendenti a Sonia, appena incontrata per strada in compagnia del nuovo e attuale fidanzato. L’uomo non accettava la fine della relazione e minacciava da tempo la coppia per telefono e sul web. Confermato anche il risarcimento danni, in separata sede, per la madre, il marito e la sorella di Sonia che si sono costituite parte civile insieme all’associazione Gens Nova odv dell’avvocato Antonio La Scala che ha finalità sociali. Questo uno dei passi principali e più significativi spiegati in aula dal pm Santacatterina: “Carfora ha puntato sull’effetto sorpresa appena sceso dal pullman. Ha sferrato le prime coltellate all’ex fidanzata dalla parte di dietro sulla parte posteriore del collo e successivamente infierito sul volto della vittima “come a volerla sfregiare” quando è caduta per terra. Trenta-trentadue coltellate inferte con una determinazione impressionante al capo oltre che al corpo che danno la misura dello slancio omicida. E poi Carfora ha cercato di mentire. Ha mentito sul pre e sulle fasi susseguenti al delitto per cercare di allontanare da sé le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi e abietti”.

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Carmelo Dimitri

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