Ex Ilva: Bonifiche perdono 150 milioni, Battista ‘Nessun colpo di scena’

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Tarantini restano da sacrificare, qualsiasi sia il costo da pagare in termini di malattie e morti’

E mentre Roma continua a ribadire la strategicità dell’ex Ilva, Taranto esce sconfitta ancora una volta. In un gioco di palazzo consumato nelle scorse ore ai danni dei tarantini, le bonifiche perdono 150 milioni di euro che andranno alla fabbrica per la produzione. Nulla di nuovo. Nessun colpo di scena.

I giornali titolano unanimemente “Spaccatura nella maggioranza…”, ma, in realtà, è da oltre un decennio che la salute e l’ambiente sono sacrificati in nome dell’acciaio e del profitto. Trasversalmente. Si sono avvicendati governi e ministri ma la parola d’ordine è sempre stata “produzione”.

Il fronte (ex) ecologista, confluito nella coalizione a trazione PD con Melucci sindaco, dimentica gli anni passati a combattere contro questo sistema che cambia nome – siamo passati negli anni dall’ambientalizzazione alla decarbonizzazione -, ma di fondo tutela solo gli interessi superiori delle multinazionali a discapito della vita umana.

Sulla coalizione di centrodestra, supportata dai partiti che hanno votato contro l’emendamento che avrebbe consentito di non traslare questi fondi, è inutile aggiungere qualsiasi ulteriore commento.

A poco o nulla servono le condanne della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, i rapporti ONU, le condanne penali dei responsabili di un disastro ambientale e sanitario acclarato: i tarantini restano una popolazione sacrificabile, qualsiasi sia il costo da pagare in termini di malattie e morti. 

Noi continueremo a chiedere un accordo di programma che non coniughi salute e lavoro in fabbrica ma che garantisca la tutela della salute attraverso la chiusura dello stabilimento, la bonifica e la decontaminazione dei luoghi ad opera della forza lavoro di Acciaierie d’Italia, Ilva in A.S. e indotto, e che programmi seri investimenti per l’avvio di nuove economie sostenibili.

Il momento di cambiare è adesso

Massimo Battista

Una città per cambiare

Taranto città normale

Periferie al centro

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Dante Sebastio

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