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Chirurgo

Fuga senza pagare dopo essersi rifatta il sedere, ma ora è la paziente a querelare il medico: “Non sono scappata”

Pubblicato il 20 Febbraio, 2024

Qualche giorno fa divenne virale la storia della donna fuggita via da una nota clinica romana dopo un intervento ai glutei, senza pagare il “conto”. La denuncia era partita dalla stessa pagina Facebook del dottore in questione, cioè Maximilian Catenacci, che ha appunto accusato la donna di essere scappata dopo l’operazione, facendo vedere nel video anche i glutei della signora in questione.

La denuncia del dottore

“Fuga da Alcatraz?…Naaa…noi abbiamo la Fuga dalla Clinica con drenaggi!” – con queste parole ironiche il dottore ha denunciato su Facebook quanto successo, per poi spiegare: “Lifting glutei con protesi glutee (13.02.2024) ed successivo “fugone” la mattina del giorno dopo (14.02.2024) per “non pagare il conto” o perché magari aveva fretta di andare a festeggiare S. Valentino con tanto di drenaggi al seguito…

Indaga il personale della Polizia di Stato e magari chissà.. che le Forze dell’Ordine non possano convincere la Sig.ra A.F. (riportiamo solo le iniziali del Cognome e Nome per consentire le opportune e doverose indagini agli inquirenti) a riconsegnarci almeno i drenaggi (n.4 per l’esattezza).

La prossima paziente che mi chiederà’ se questo tipo di intervento sia doloroso, la metterò in contatto direttamente con la Caposala della mia clinica, così da farsi descrivere nei dettagli il post operatorio”.

La replica dell’avvocato della donna

Qualche giorno dopo le accuse del dottore però c’è stata una clamorosa svolta: l’avvocato della donna, Mauro Improta, non solo ha negato che la sua assistita sia scappata ma ha anche annunciato una querela al medico.

Improta a RomaToday ha riferito che la donna ha conosciuto su Instagram il dottore, al quale ha riferito “la propria pesante situazione di fragilità psicologica, dovuta ai precedenti interventi di chirurgia estetica riusciti male” e anche “del suo stato di profonda depressione da cui ella è affetta da molti anni, che l’aveva portata anche all’impossibilità di lavorare e al riconoscimento dell’invalidità civile del 100%. Il dottor Catenacci l’aveva rassicurata che, dopo l’intervento, lei sarebbe stata subito meglio e che avrebbe risistemato ogni imperfezione della parte posteriore del corpo dovuti ai precedenti interventi”.

L’accordo economico

Come ha spiegato l’avvocato, il costo totale dell’intervento era di 20.000 euro: “La paziente – ha spiegato – rappresentando di non avere nell’immediatezza una così ingente disponibilità economica, proponeva al professionista il pagamento in 12 mesi e il dottore, dinanzi a tale richiesta, riferiva, che se poi il pagamento fosse avvenuto in contanti, avrebbe potuto quantificare gli oneri e compensi per la prestazione della propria opera professionale complessivamente in 18mila euro. Suggellato detto accordo tra le parti, medico e paziente, il primo richiedeva alla seconda il versamento a titolo di acconto per le spese della clinica che avrebbe ospitato l’intervento. Mille euro a mezzo bonifico”.

Secondo quanto dichiarato dall’avvocato la sua assistita si sarebbe presentata nella clinica privata di Roma il 13 febbraio per l’intervento. Il giorno dopo il medico sarebbe tornato nella clinica dando “ordine agli infermieri di togliere alla paziente i drenaggi e medicarle le ferite”. Nella nota dell’avvocato inoltre si legge: “È significativo specificare che, visto il tipo di drenaggio particolare e invasivo che veniva impiantato per questa tipologia di intervento, nel momento in cui veniva rimosso, era necessario in loco anche un punto di sutura.

Il dottor Catenacci vigilava su quanto facessero gli infermieri sulla signora e, tolti i drenaggi, veniva riferito alla signora che, di lì a poco, sarebbe uscita dalla clinica con regolare dimissione, quindi veniva avvisata di prepararsi, poiché – a detta degli infermieri – il medico stava ultimando i documenti per firmare la dimissione”.

“Nessuna fuga”

Dopo aver pattuito un pagamento dilazionato, secondo l’avvocato il medico avrebbe quindi chiesto alla donna l’importo totale, cioè 17.000 euro, dopo l’acconto di 1.000 euro. “Non erano questi gli accordi – ha osservato il legale – eppure il medico, di tutto punto, approfittando anche dello stato di fragilità psico-fisica affermava ‘Se non mi paghi subito ti riporto immediatamente in sala operatoria e ti tolgo le protesi e non ti faccio uscire di qua’”.

La 38enne “terrorizzata dal fatto di ritornare in sala operatoria, ha avuto un attacco di panico”, a quel punto avrebbe chiesto al compagno che era con lei in stanza di prendere le sue cose e andare via, utilizzando “l’ascensore, senza alcun drenaggio attaccato, senza tacchi a spillo e, nel modo più assoluto, senza scappare”.

L’avvocato ha precisato che la sua assistita si è “premurata di mandare una serie di messaggi al medico che però non le ha sinora mai risposto in via diretta”, mentre il dottore il giorno dopo “in spregio di ogni norma sulla riservatezza tipica della sua professione ha iniziato a pubblicare video e foto ritraenti i glutei della signora”.

L’avvocato ha concluso così: “La signora non è scappata e ha continuato a chiamare il medico che non le ha mai risposto”. Adesso è la donna che ha querelato il dottore per diffamazione aggravata a mezzo stampa alla Procura di Roma e questa vicenda a dir poco bislacca avrà il suo epilogo in tribunale.

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