“Nuove paia di occhiali” puntate sull’universo. Si possono osservare nei loro effetti impatti enormi, con conseguenze incalcolabili: come uno scontro di Titani (guarda il video). Si generano terremoti cosmici, a causa della fusione di due buchi neri o stelle di neutroni o da coppie buco nero-stella di neutroni. La scoperta è all’attivo di un’équipe di scienziati degli osservatori di onde gravitazionali Virgo e Ligo: hanno rilevato 35 nuovi eventi, nel più recente periodo di osservazioni. In tutto, sono 90 le onde gravitazionali rilevate fino ad ora. Pubblica la ricerca il terzo Catalog Paper: “illuminano le caratteristiche di nuove popolazioni di buchi neri, le cui masse, insieme a quelle delle stelle di neutroni osservate, forniscono nuovi indizi sulla vita e la morte delle stelle, ampliando ulteriormente gli orizzonti dell’astronomia gravitazionale“.
Le onde gravitazionali sono increspature dello spazio-tempo teorizzate da Albert Einstein, ma rilevate per la prima volta solo il 14 settembre del 2015. L’annuncio della scoperta delle onde gravitazionali è datato al febbraio 2016.
Queste le parole degli scienziati: “Veri e propri terremoti cosmici che scuotono il tessuto dello spazio-tempo, generando una potente emissione di onde gravitazionali”. Altri due eventi, di cui uno già annunciato lo scorso giugno, sono stati invece “identificati come fusioni tra una stella di neutroni e un buco nero, una fonte osservata per la prima volta in quest’ultimo periodo di osservazioni di Ligo e Virgo. Un ulteriore evento, rivelato nel febbraio 2020, secondo gli scienziati “potrebbe provenire da una coppia di buchi neri o da una coppia mista di un buco nero con una stella di neutroni“. In effetti, sottolineano i ricercatori “la massa dell’oggetto più leggero cade in un intervallo, il cosiddetto mass gap, dove prima delle rivelazioni gravitazionali non ci si aspettava che si formassero né stelle di neutroni, né buchi neri e rimane quindi un enigma per gli scienziati“.
I progressi realizzati in pochi anni nel campo delle onde gravitazionali “sono sorprendenti, passando dalla prima rilevazione all’osservazione di alcuni eventi al mese” e “questo è stato possibile grazie al programma di continui aggiornamenti tecnologici che hanno trasformato i primi pionieristici strumenti in rivelatori sempre più sensibili“, sottolineano gli scienziati. Gli osservatori Ligo e Virgo sono infatti “attualmente sottoposti a un ulteriore aggiornamento e inizieranno il prossimo quarto periodo di osservazione nella seconda metà del 2022, con una sensibilità ancora maggiore, corrispondente a un volume dell’universo quasi 10 volte più grande“.
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