Rick Frechette è un sacerdote e un medico, attivo ad Haiti dal 1987: dirige la Ong Nuestros Pequeños Hermanos (i nostri fratelli piccoli, ndr), che gestisce ospedali, orfanotrofi e scuole nella capitale. Nulla risparmia questo territorio, dove il contesto si fa insostenibile: terremoti, inondazioni, colera e Covid, guerre tra bande, colpi di Stato.
Il 14 agosto un terremoto di magnitudo 7.2 è stato registrato a Haiti, 12 chilometri a nord-est di Saint-Louis du Sud.
Un cataclisma può essere subitaneo, improvviso. Ma in una serie di cataclismi gli eventi si moltiplicano e si catalizzano: finiscono per non lasciarti mai. Ecco quanto ha dichiarato il testimone: “Da questo sisma ci rialzeremo, ma Haiti era già in macerie. Per anni ho rimproverato chi voleva andarsene: se tutti emigrano, dicevo, chi ci resta? Ora insisto perché scappino. Nessun Paese li vuole. Ma vivere qui è impossibile”.
Ecco le necessità: “Più di tutto servono tettoie di lamiera per ripararsi dalla tempesta. Stiamo costruendo baracche minime, chi ha perso il tetto non può stare all’addiaccio. Eppure chi ha vissuto il sisma del 2010 sente che ce la faremo. Qui molti si sono feriti scappando, memori del sisma del 2010. Stiamo offrendo posti letto nei nostri ospedali a chi viene dal Sud. Ma venendo qui rischiano il Covid”.
E la pandemia? “L’incubo è l’ossigeno. Le bombole passano da quartieri controllati dalle gang, e ogni volta è un negoziato“.
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