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Comunicato CGIL: “Basta con la pulizia dei grandi alberghi in appalto alle cooperative”

Pubblicato il 11 Giugno, 2020

Gli alberghi sono di lusso ma la paga degli inservienti che fanno le pulizie non lo sono. Adesso in periodo post covid in tre grandi alberghi cittadini Baglioni, Villa Medici e Cerretani  il personale addetto, in totale 40 persone, addetto  alle pulizie e al facchinaggio resterà senza stipendio per tre mesi, perché terminate le 14 settimane di ammortizzatore sociale e quindi niente stipendio dall’otto giugno al primo di settembre.

La CGIL  in suo comunicato  però ricorda che il problema si pone da tempo: “In tutto questo, si tratta di scelte aziendali, sia da parte delle cooperative sia da parte degli alberghi committenti (che hanno esternalizzato queste lavorazioni)  che mettono in evidenza quello che denunciamo politicamente da tempo. Le aziende committenti scaricano le responsabilità sulle cooperative con una riduzione dei costi con l’applicazione di contratti diversi e meno costosi di quelli del turismo, e le cooperative – una volta che hanno un problema – scaricano le contraddizioni sui lavoratori”.

Il sistema del lavoro appaltato ha manifestato tutte le sue criticità anche in passato,  gli addetti lavorano a  ritmi forsennati dove viene dato pochissimo tempo per riordinare camere extralusso e quindi impegnative,  tanto che gli addetti a fatica riescono a pranzare, paga ridottissima ( in alcuni casi si rasentano i cinque euro l’ora), assunzioni mai stabili, quasi sempre a chiamata, terreno insomma di grandi ingiustizie sociali.  

“Le catene alberghiere devono mettere fine a questo modello di esternalizzazioni. In questa vicenda abbiamo chiesto alle cooperative di aprire gli ammortizzatori sociali ordinari per dare continuità reddituale ai lavoratori evitando il periodo di “buco”; al contempo, abbiamo chiesto ai committenti, che hanno una responsabilità in solido legale ma anche politica, di reinternalizzare le lavorazioni applicando il contratto del turismo. Alla politica infine il sindacato chiede due cose: prorogare l’ammortizzatore sociale Covid prevedendo la possibilità di “attaccare” consecutivamente le attuali nove settimane previste dal Decreto Rilancio, posticipare il blocco dei licenziamenti oltre la data (ad ora in vigore) del 17 agosto”conclude il comunicato.

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