Pubblicato il 4 Agosto 2020
Ponte Genova San Giorgio – Un momento storico, a quasi due anni dal tragico crollo del ponte Morandi, che costò la vita a 43 persone, la città di Genova ha inaugurato il nuovo ponte San Giorgio, ieri, sotto una pioggia che cadeva abbondante e tanti ombrelli bianchi in scena, esattamente come quel 14 agosto 2018.
L’inno d’Italia, poi la lettura dei 43 nomi delle vittime e le note del silenzio in tre minuti. E’ risuonata anche la celebre canzone di Fabrizio De André, in dialetto genovese e scelta come colonna sonora dell’inaugurazione del Ponte San Giorgio. Da Mina a Ivano Fossati, da Ornella Vanoni a Diodato: 18 artisti per una sola canzone, Crêuza de mä del Faber. Un omaggio alla memoria del cantautore e alla città: lʼiniziativa benefica, voluta dalla vedova Dori Ghezzi, raccoglierà fondi per la riqualificazione del parco della Nora e la realizzazione del Memoriale delle vittime del crollo.
Ad inaugurare il ponte sul Polcevera è stato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, assieme al premier Giuseppe Conte. Non è stata una festa, ma una cerimonia sobria, avulsa dalla retorica, col capo chino sulla città e sulle sue ferite, le nostre, quelle di tutto il Paese. Il capo dello Stato, subito dopo l’arrivo all’aeroporto e prima della cerimonia, ha incontrato privatamente in Prefettura il Comitato Parenti delle Vittime del Ponte Morandi.
Ponte Genova San Giorgio: Sergio Mattarella incontra i familiari delle vittime del Morandi
Un incontro durato venti minuti nel corso del quale Mattarella ha assicurato che “lo Stato non dimentica e non dimentica i vostri cari. Tutte le questioni saranno sotto la mia massima attenzione. La ferita non si rimargina, il dolore non si dimentica e la solidarietà’ non viene meno in alcun modo”. E ancora: “Le responsabilità non sono generiche – ha detto – hanno sempre un nome e un cognome, sono sempre frutto di azioni o di omissioni” ed “è importante ci sia un’azione severa e rigorosa di accertamento delle responsabilità”.
La richiesta dei familiari, di contro, è stata quella di non essere abbandonati dalle istituzioni dopo l’inaugurazione del ponte: “Resta in noi il dolore e la sofferenza, oggi non essere sul nuovo ponte è motivo di sollievo, non potevamo farcela, per questo ringraziamo il presidente Mattarella per averci voluto incontrare nella sede della Prefettura”.
“In noi, come abbiamo spiegato, resta ancora forte la rabbia e la voglia di giustizia, in quanto i responsabili della tragedia non possono restare impuniti: auspichiamo che i procedimenti in corso possano essere rapidi e risoluti” – replicano i familiari delle vittime del Morandi. “Quanto ad Autostrade per l’Italia: “Ridare la concessione per noi è stato un altro colpo al cuore…”. E poi il sostegno: “Tanti di noi hanno perso tutto, tanti di noi hanno bisogno di aiuto, economico, morale, psicologico… Per questo, come avvenuto per altri stragi, abbiamo chiesto al presidente Mattarella la possibilità di un fondo che possa aiutarci fino a quando non avremo ottenuto i risarcimenti, pronti poi a restituirlo allo Stato” – incalzano i parenti delle vittime.
Egle Possetti, presidente del Comitato, ha auspicato, infine, che l’inaugurazione sia solo un primo passo per riacquistare fiducia nelle istituzioni.
Anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è arrivato sul nuovo viadotto di Genova. Ad accoglierlo il sindaco Marco Bucci, che gli ha regalato la mascherina con la croce di San Giorgio simbolo di Genova, il governatore Giovanni Toti e la ministra Paola De Micheli. All’arrivo del premier, la pioggia attenuata ha lasciato posto ad un raggio di sole mentre sopra la collina di Genova la natura ha voluto disegnare un grande arcobaleno in segno di speranza e di luce.
Oltre a Conte sono arrivati anche la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati e il presidente della Camera Roberto Fico. Presenti anche diversi ministri e l’architetto e senatore a vita Renzo Piano, ideatore del nuovo ponte.
Gli interventi del sindaco e presidente regionale: Bucci e Toti
“Il primo pensiero va alle 43 vittime del crollo del ponte Morandi e alle loro famiglie, il secondo ai cittadini di Genova che hanno sofferto, il terzo a tutti coloro che hanno lavorato 24 ore su 24 alla ricostruzione superando problemi enormi, persino un commissario che gridava” ha detto il sindaco di Genova e commissario per la ricostruzione, Marco Bucci. Poi, aggiunge: “Renzo Piano ha regalato a Genova una nave ormeggiata tra le colline della Val Polcevera”.
“Forse è simbolico che quella mattina di due anni piovesse a dirotto e oggi c’è invece uno splendido arcobaleno sulle nostre teste” – lo ha detto il governatore della Liguria, Giovanni Toti.
Ponte Genova San Giorgio: l’intervento dell’architetto Renzo Piano
Un intervento che puntava dritto al cuore – quello di Renzo Piano – “il papà del Ponte”-, indubbiamente il più toccante, che merita di essere riportato integralmente.
“Oggi è un giorno di intensa commozione – ha detto emozionato – Dovrò cercare le parole perché questo ponte è figlio di una tragedia, un lutto e i lutti non si dimenticano: si elaborano, si metabolizzano, ma restano imprigionati nelle nostre coscienze. Qui, in questo posto, ci siamo tutti smarriti due anni fa nello sgomento di questa tragedia”.
Il suo pensiero, poi, va ai migliaia di lavoratori che hanno dato vita al ponte: “Oggi qui ci ritroviamo, anche per ringraziare chi ha costruito questo ponte, per l’energia che ci ha messo, con rapidità ma senza fretta”. Suo il progetto, nato dalla sua matita, come racconta: “Io ho contribuito con l’idea di un ponte che attraversa la valle passo passo, lentamente, quasi chiedendo il permesso. Poi, però, bisognava costruirlo, questo ponte: e qui è uscita la straordinaria forza di questo paese, dal commissario ai più modesti manovali. Questo è il più bel cantiere che abbia avuto in vita mia. Dobbiamo riconoscenza a tutti. E quando si arriva alla fine di una grande fatica ciascuno di noi si aspetta una piccola perla come premio: la nostra sia la riconoscenza”.
“Siamo tutti sospesi tra il cordoglio di quella tragedia e l’orgoglio di aver ricostruito il ponte… e non sappiamo più che pesci prendere. Noi genovesi siamo selvatici, restiamo zitti più o meno in silenzio. Si è parlato di un miracolo, ma non credo sia giusto: lasciamo in pace i miracoli, non c’è stato nessun miracolo. Semplicemente qui il paese ha mostrato la sua parte buona, l’energia, la generosità. Non ho mai visto nessuno lamentarsi. Vedete, costruire è una bellissima cosa: è partire da una cosa che non ha forma e dargli forma. E’ l’opposto di distruggere. Non ci sono miracoli, ma un po’ di magia sì. Costruire un ponte è un gesto di pace”.
“Mi auguro sia amato e adottato dalla gente, che diventi rapidamente parte della loro esperienza quotidiana. E credo che avverrà, che sarà amato: perché questo ponte è semplice e forte, come questa città. Ed è un ponte che gioca con la luce: quando si arrivava su questo ponte dalle regioni del Nord si scopriva la luce del Mediterraneo. Quella luce gioca sotto il ponte, sulla sua forma, e questo credo conterà. E gioca anche col vento. Giorgio Caproni ha scritto ‘Genova di ferro e aria’: io vorrei che questo ponte fosse visto così, di ferro e aria, fatto di acciaio ma forgiato nel vento. Ora questo ponte è vostro: lunga vita la ponte San Giorgio” – conclude visibilmente emozionato.
Il premier Giuseppe Conte
“Oggi Genova riparte forte dalla sua operosità, come ha fatto in tanti momenti della sua storia, confidando nella forza del lavoro – ha detto il premier Conte -. Mostra un Paese che, a dispetto degli stereotipi, sa rialzarsi, che sa tornare a correre”. “Il Ponte crea una nuova unità, genera nuova fiducia, ha la funzione di riavvicinare – e lo spero fortemente – i cittadini di Genova, dell’Italia intera, allo Stato” ha aggiunto Conte.
I due vescovi del Ponte
Per questa inaugurazione i vescovi erano due.
Mons. Tasca, arcivescovo di Genova dall’11 luglio scorso, dalla struttura allestita per la cerimonia è sceso sulla lato Sud del nuovo ponte ed ha impartito la santa benedizione alla struttura. Una sorta di preghiera ed invocazione fortemente toccante e che ha portato tutti, autorità, ospiti, giornalisti, forze dell’ordine, ad avere istintivamente un momento di pace e di devozione: “Padre Buono, dà la tua benedizione a questa opera”. Ha invocato la Madonna della Guardia, il cui santuario domina il ponte: a lei è affidata Genova.
Il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo emerito, e che ha vissuto in prima persona e con straordinaria vicinanza alla città tutta la tragedia del ponte e dei due anni difficili di Genova. In un breve commento, il porporato ha voluto sottolineare lo spirito con cui è stato realizzato il nuovo ponte: “con spirito fraterno, perché un ponte ha molti significati di colleganza e unione dei persone”.
Il premier Giuseppe Conte, dopo il taglio del nastro alle ore 19:14, ha percorso a piedi il Ponte San Giorgio assieme al sindaco di Genova Marco Bucci. Il premier ha incontrato le maestranze che hanno realizzato la struttura. “Vi ringrazio e vi faccio un applauso” – ha sottolineato Conte applaudendole. E ricevendo, al tempo stesso, il loro applauso. Subito dopo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, insieme alle istituzioni e alle aziende camminerà sul nuovo viadotto.
Mattarella ha incontrato anche alcuni operai che gli hanno chiesto di firmare il loro caschetto da lavoro. Hanno risuonato le campane della chiesa di Coronata e le sirene delle navi in porto, mentre al largo davanti al porto, al tramonto, a rendere omaggio al nuovo ponte, era ormeggiata la nave scuola della Marina, la Amerigo Vespucci, che ha proiettato il tricolore sulle sue vele così come la Lanterna era illuminata con i toni della stessa bandiera.
E nella fase finale della cerimonia, le Frecce Tricolori hanno omaggiato la città di Genova, disegnando in cielo la Croce di San Giorgio, da cui il viadotto prende il nome.
Un momento storico, per ricordare e non dimenticare, quello di ieri, di oggi e di domani, per il Ponte San Giorgio sorretto da 18 pile in cemento armato, composto da un impalcato in acciaio, concepito da Renzo Piano con la forma della chiglia di una nave, illuminato con 43 lampioni, uno per ogni vittima del ponte Morandi.
Foto Maurizio Logiacco






