Pubblicato il 19 Febbraio 2021
La Rete Solidale e Antirazzista promuove con urgenza un’iniziativa a sostegno dei profughi bloccati in condizioni disumane in Bosnia Erzegovina.
Cresce in queste ultime settimane, dopo mesi di oblio mediatico, l’attenzione dell’opinione pubblica italiana ed europea verso il dramma umanitario che si sta consumando nei Balcani per i profughi in cerca di un varco per raggiungere l’Europa.
Ai margini dei confini orientali d’Europa, si è creato ormai un piccolo universo semi carcerario di campi formali e informali e centri di accoglienza che si affacciano su reticolati e fili spinati, costruiti nell’illusorio tentativo di fermare popoli dolenti in fuga. Lungo la cosiddetta “Rotta balcanica”, la rotta della vergogna.
Giunti al confine tra Bosnia-Erzegovina e Croazia provenienti da Iran, Iraq, Pakistan, Afganistan, i migranti tentano di raggiungere l’Italia, per poi proseguire oltre il proprio viaggio in EU, cercando di attraversare la Croazia e la Slovenia. Lungo la frontiera la polizia croata perpetra sitematicamente violenti respingimenti, denunciati anche al Parlamento Europeo. I profughi tornano così in Bosnia, nella zona di Bihac, nel campo di Lipa.
È noto che i centri di accoglienza ufficiali sono sovraffollati e non c’è spazio per tutti. Circa 3.000 persone sono costrette a vivere in case abbandonate, in ripari di fortuna (anche nei boschi) in condizioni molto gravi. Come le immagini che circolano ci testimoniano, si tratta di una permanenza precaria in ricoveri inadatti a garantire minime condizioni di vita con temperature di molti gradi sotto lo 0.
Oltre al dovere di tenere alta questa attenzione, si rende indispensabile intervenire urgentemente con distribuzione di cibo, vestiti invernali, medicine e altri beni essenziali a donne, uomini e bambini travolti da questa ennesima catastrofe.
Tuttavia, non si può solo intervenire con gli aiuti materiali o mettendo in atto corridoi umanitari organizzati. Vi è la necessità di un intervento più strutturato con luoghi di accoglienza e sosta dotati di servizi igienici con allaccio ad acqua, luce e gas.
Per questo motivo la Rete Solidale Antirazzista promuove una raccolta di fondi da consegnare ad alcune Associazioni ed ONG direttamente impegnate sul campo.
Per sostenere l’economia locale e evitare procedure doganali complesse e spese di trasporto e sdoganamento costose, IPSIA e Caritas Ambrosiana non raccolgono o spediscono gli aiuti umanitari dall’Italia ma li acquistano in loco. Si tratta di:
- IPSIA – ACLI ( https://www.ipsia-acli.it/it/notizie/item/522-emergenza-bosnia-nuovi-interventi-lipa.html )
- Caritas Ambrosiana ( https://www.caritasambrosiana.it/area-per-la-stampa/approfondimenti-area-per-la-stampa/emergenza-bosnia-i-nuovi-progetti )
I contributi saranno raccolti ENTRO SABATO 6 MARZO p.v. con queste modalità:
- tramite accredito sul c/c bancario dell’Associazione “Fraternità Parola e Vita” IBAN IT54O0306970724100000003566, specificando nella causale “profughi Bosnia”
- tramite accredito sul c/c bancario della Croce del Sud IBAN IT05I0846170720000010537710 specificando nella causale, “profughi Bosnia”
- presso il negozio “La Capulana”, via G. Giusti 23, Piombino
- presso la bottega “Croce del Sud”, via Petrarca 37, Piombino
Segnaliamo per approfondimenti gli interessanti profili Facebook delle associazioni Filomè ONLUS e RiVolti ai Balcani (rete di 34 realtà associative), dove sono postate notizie e video sempre aggiornati sull’argomento:
https://www.facebook.com/filomefratellanzaikhaaonlus
https://www.facebook.com/RiVoltiAiBalcani/
Rete Solidale e Antirazzista