Più di 200 ragazze di circa 10 anni in 12 scuole a Qom e Borujerd, situati a sud di Teheran, hanno riportato sintomi da avvelenamento a partire dall’inizio di dicembre 2022.
Solo ieri, il 26 febbraio 2023, il viceministro della Salute iraniano, Youness Panahi, ha riconosciuto che questi casi erano intenzionali e che qualcuno aveva l’obiettivo di far chiudere le scuole femminili, come sta accadendo in Afghanistan. Il 14 febbraio, un gruppo di genitori ha protestato chiedendo spiegazioni alla sede del governatore della città. Secondo il viceministro iraniano, gli avvelenamenti seriali sono stati causati da “composti chimici facilmente disponibili“, escludendo la possibilità che le sostanze utilizzate potessero provenire da ambienti militari o essere contagiose. Dalle indagini condotte dal ministero dell’Istruzione e dall’intelligence iraniana, è emerso che alcuni individui volevano chiudere tutte le scuole, soprattutto quelle femminili. Al momento, non sono stati effettuati arresti.
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