Questa mattina all’alba, quando i Carabinieri hanno fermato il presunto omicida di Charlotte Angie. Si tratta di un uomo 43 anni, che la vittima conosceva, poiché era un amico e vicino di casa. La donna è stata trovata morta nel pomeriggio di domenica 20 marzo, da un abitante della zona, che stava passeggiando. Charlotte era in fondo a un dirupo, nelle montagne di Paline di Borno, frazione di un comune dell’alta Val Camonica, in provincia di Brescia: era stata fatta a pezzi, il cadavere era in alcuni sacchi neri della spazzatura, abbandonati sul ciglio della strada. Questi ultimi erano stati aperti da un passante che, esaminandoli, aveva notato una mano di donna.
Il 43enne si è presentato ieri in caserma, al fine di fornire informazioni ai Carabinieri. Tuttavia il suo racconto non era attendibile, si è contraddetto: ecco perché gli investigatori, sospettosi, lo hanno sottoposto a interrogatorio, mentre il suo avvocato era presente. E’ stato così che vicino di casa ha confessato l’omicidio, commesso a gennaio.
L’uomo ha affermato di aver messo il corpo nel congelatore della casa di Charlotte. Una volta fatto a pezzi, lo ha gettato nel dirupo. Per renderlo irriconoscibile, l’assassino ha usato il fuoco. Dopo la confessione Lorena Ghibaudo, pubblico ministero di Brescia, ha disposto il fermo dell’uomo: secondo le accuse, si tratterebbe di omicidio volontario aggravato, distruzione e occultamento di cadavere. La vittima è stata identificata perché aveva una serie di tatuaggi, era nota nell’ambito del del cinema porno e il suo vero nome era Carol Maltesi. Era scomparsa da settimane: il caso è stato risolto otto giorni dopo la scoperta del corpo.
Gli investigatori, esaminando le immagini delle telecamere, hanno visto l’auto che la 26enne usava, che il 20 marzo scorso transitava nel territorio di Borno: proprio quel giorno il cadavere è stato ritrovato. Alla guida dell’auto c’era l’uomo 43enne che ha confessato. Non era la prima volta che questi la guidava, era stato anche sottoposto a un controllo alla guida.
Ecco l’elenco dei tatuaggi, diffuso dai Carabinieri perché la vittima fosse riconosciuta.
Queste le parole dei Carabinieri: “Si diffondono le presenti informazioni affinché i possibili conoscenti della donna nonché i professionisti del settore (tatuatori ed estetiste) possano fornire informazioni utili all’identificazione”.
Continua il loro lavoro, dopo l’identificazione del presunto omicida, poiché nessuno è colpevole finché non si dimostra il contrario.
Charlotte Angie era per metà italiana, per metà olandese. I suoi film erano girati anche all’estero. Nel corso della pandemia, la commessa di negozio aveva iniziato a diffondere i suoi video su Onlyfans. Ha acquisito notorietà ed è diventata professionista, ha realizzato film e si è mostrata su altre piattaforme on line. La sua carriera è stata, comunque, accompagnata da dissapori in famiglia e anche qualche amico si era allontanato.
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