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Diocesi di Caserta

Monsignor Giovanni D'Alise, vescovo della Diocesi di Caserta

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L’appello del Vescovo alla responsabilità: siate cultori della concretezza

L’appello del Vescovo della Diocesi di Caserta alla responsabilità: siate cultori della concretezza. L’annuncio durante la messa nel Santuario di Sant’Anna

Pubblicato il 3 Agosto, 2020

Una chiesa gremita, ma nel rispetto delle normative anticovid, nel cuore della città di Caserta, il Santuario di Sant’Anna, ha accolto il vescovo della Diocesi monsignor Giovanni D’Alise, a una settimana dalla festa tanto amata dai casertani, cioè quella della copatrona della città, Sant’Anna, la mamma della Vergine Maria, a cui tutti si affidano con fede e cuore puro. 

La nonna di Gesù e segno tangibile della potenza e dell’Amore di Dio per i suoi figli. Così come tutti i nonni, anche Sant’Anna, dona a quanti in lei confidano, quel senso di dolcezza e materna benedizione che riempie l’anima di speranza e placa ogni agitazione. 

Durante l’omelia il Pastore della Diocesi ha invitato alla responsabilità. “Troppo spesso – ha annunciato monsignor D’Alise – anche gli stessi cattolici, si limitano a divenire cultori dell’ideale ma non si fanno avanti nella concretezza”. 

Il vescovo durante la celebrazione per Sant'Anna
Monsignor Giovanni D’Alise, vescovo di Caserta

E dicendo questo ha sottolineato l’importanza dell’agire di ogni singolo battezzato. C’è chi crede che quel che fa è minimo rispetto alle esigenze complessive dell’umanità e sempre monsignor D’Alise ha citato madre Teresa di Calcutta che ha definito l’agire di ciascuno di noi come “goccia d’acqua”. “Io non ho mai pensato di poter cambiare il mondo! – ha spiegato infatti la Santa a un giornalista che voleva intervistarla – Ho cercato soltanto di essere una goccia di acqua pulita, probabilmente una goccia nell’oceano, ma nella quale potesse riflettersi l’amore di Dio. Le pare poco?” 

E a voi, pare poco?

Insomma il monito del vescovo di Caserta è stato quello di imitare Cristo di seguirlo e di vivere con “compassione non con commozione, perchè solo la compassione sfocia in un reale intervento”. E si è poi detto rammaricato quando si accorge che c’è chi crede che “si può essere Cristiani senza far nulla”. Non è così. Il battezzato che si reca a Messa, si unisce alla sua famiglia dove si trova le vera Mensa. “Abbiamo tanta realtà da tenere insieme – ha concluso poi, monsignor D’Alise – e solo facendo parte di un reale e fattivo cammino, possiamo rispondere alla nostra vera chiamata”.

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