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L’e-commerce tra rallentamento dei consumi e crescita dei grandi marketplace

Dopo anni di trend positivo, per la prima volta sembra che i ricavi dell’e-commerce a livello globale siano destinati a ridursi: è ciò che prevede Statista Digital Market Outlook, che parla di un calo del 2,5% nel 2022 rispetto all’anno precedente.

Pubblicato il 5 Settembre, 2022

Una delle novità più interessanti a livello economico negli ultimi anni è stata l’affermazione degli e-commerce, ossia i negozi online che permettono di acquistare beni e servizi direttamente da PC e smartphone. Il settore ha conosciuto una crescita inarrestabile soprattutto nell’ultimo biennio, spinto anche dal miglioramento delle tecnologie e da eventi esterni che hanno portato molte persone a preferire gli acquisti in rete, tuttavia il 2022 sembra destinato a registrare un leggero calo: cosa sta accadendo dunque al commercio elettronico?

Ricavi e-commerce, previsioni in calo per il 2022

Dopo anni di trend positivo, per la prima volta sembra che i ricavi dell’e-commerce a livello globale siano destinati a ridursi: è ciò che prevede Statista Digital Market Outlook, che parla di un calo del 2,5% nel 2022 rispetto all’anno precedente. Il dato fa preoccupare gli operatori del comparto e, soprattutto, le tante piccole realtà che proprio in questi ultimi due anni hanno investito per tentare la via della digitalizzazione, tuttavia bisogna prendere in considerazione diversi aspetti prima di parlare di un rischio di “crollo” del mercato.

La previsione al ribasso va infatti letta tenendo conto in primis della forte crescita registrata proprio nel 2020 e 2021, che ha spinto il valore del settore al record di 3.843 miliardi di dollari alla fine dello scorso anno e che dunque poteva incappare in un piccolo rallentamento fisiologico. In seconda battuta va preso atto della situazione economica generale, che purtroppo durante il 2022 ha subito il peso degli eventi geopolitici con i conseguenti aumenti dei costi di approvvigionamento e la frenata dei consumi.

Le previsioni per l’anno in corso parlano di una flessione del 2,5% per un valore complessivo di 3.748 miliardi di dollari, numeri comunque impressionanti se si considerano le potenzialità ancora inespresse dall’e-commerce e le innovazioni tecnologiche come la realtà virtuale che, di qui a qualche mese, promettono di rendere l’esperienza di acquisto online ancora più coinvolgente.

I marketplace alla conquista del mercato globale

Ai dati relativi alle vendite online, fanno da contraltare le previsioni che riguardano invece l’andamento del settore con riferimento al gap tra i grandi marketplace globali e le PMI che puntano ad aumentare la quota di mercato attraverso l’e-commerce. Il numero di aziende che decidono di investire in questo senso è infatti in forte crescita e anche i piccoli negozi di paese spesso si dotano di un sito web o di altri canali, come i social network, attraverso i quali mettere in vetrina la propria proposta anche al di fuori dei confini locali.

Il tema della digitalizzazione, d’altronde, riguarda oggi tutti i settori economici e tutte le fasce demografiche, che grazie a soluzioni sempre più avanzate possono contare su portali e piattaforme dedicate ai servizi più disparati, dall’intrattenimento attraverso cataloghi audiovisivi e passatempi da usare su PC e smartphone fino, appunto, all’e-commerce, che diventa un canale in grado di raggiungere potenzialmente clienti dislocati in ogni angolo del mondo.

Stando a un’altra ricerca, dal titolo “Future of Marketplaces Report 2022” e realizzata da Edge by Ascential, tuttavia, sembra sempre più concreto il rischio che l’intero mercato del commercio elettronico si vada a polarizzare nelle mani di pochissimi operatori: entro il 2027, infatti, oltre i due terzi delle vendite potrebbero finire nelle mani dei quattro maggiori marketplace, ossia Amazon e i cinesi Alibaba, Pinduoduo e JD, che lascerebbero dunque migliaia di altre realtà a spartirsi le briciole.

Questo è sicuramente uno scenario possibile, ma non vanno sottovalutati aspetti che al di là della potenza economica dei venditori possono fare la fortuna di aziende più piccole. Fare e-commerce non significa soltanto avere il miglior prezzo o un catalogo aperto a ogni categoria di prodotto, ma anche e soprattutto offrire un valore aggiunto dal punto di vista del servizio e creare un rapporto di fiducia personalizzato con i clienti, proprio come accade nei negozi di quartiere ma in un’ottica digitale e senza confini.

Lavorando in questo senso, gli e-commerce che sapranno differenziarsi dal punto di vista del prodotto offerto e dell’assistenza clienti possono senza dubbio restare competitivi e, pur senza raggiungere i numeri di società che muovono annualmente miliardi di dollari, ritagliarsi spazi importanti in un contesto che, nonostante la tecnologia, sembra sempre più attento a non tralasciare l’aspetto umano.

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