“Leonardo non si è suicidato. Ecco perché”: il padre lotta per la verità

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“Voglio sapere cosa è successo, voglio che mi dicano con chiarezza perché a mezzanotte, dopo l’intervento perfettamente riuscito, mio figlio dormiva sereno mentre alle 8 apprendo della tragedia. Voglio sapere tutto di quella notte maledetta”.

Così Davide Riberti.

L’avvocato civilista di Ferrara parla stravolto dalla stanchezza e dal dolore.

Sono trascorsi otto giorni da quando Leonardo, 21 anni, cuoco e grande appassionato di rugby, non c’è più.

Leonardo Riberti

Suicida, secondo gli accertamenti. Volato dal secondo piano dell’ospedale Maggiore, che ha aperto un’indagine interna, dove era arrivato la sera dello scorso lunedì, trasferito da Cona, per essere operato d’urgenza dopo aver ingoiato una pedina.

Una morte che, così come scrive il padre nella denuncia “ha molti punti non chiari”.

“Mi hanno detto che mio figlio si è buttato passando da una finestra a vasistas, da una fessura di appena 20 centimetri. Possibile per un ragazzone di quasi due metri e 90 chili? – si chiede il padre – Nella denuncia, che ha portato la Procura ad aprire un’inchiesta, ipotizziamo l’omicidio colposo e l’abbandono di persona incapace in quanto Leonardo era paziente psichiatrico. Proprio per questo andava protetto. Mi hanno detto che alle 2 era scappato una prima volta ma lo hanno fermato all’uscita. Poi attorno alle 4 è fuggito di nuovo e si è buttato dalla finestra. Non mi hanno mai mostrato il luogo in cui è caduto”.

Il pm, che ha ritenuto “meritevoli di seria considerazione e pertinenti” le segnalazioni della famiglie, ha rigettato la richiesta di autopsia.

“Un nostro consulente ha fatto l’ispezione cadaverica e sono emerse lesioni da strisciamento – rivela – Quasi un tentativo di mio figlio di aggrapparsi a qualche cosa e attenuare l’effetto della caduta. Inoltreremo le due pagine di osservazioni alla Procura. Avevo sentito Leonardo per l’ultima volta poco prima dell’intervento al Maggiore. Ero andato a trovarlo a Cona lunedì pomeriggio e sono stato con lui fino alla partenza dell’ambulanza. L’ho visto salire ma senza nessun ausilio per un paziente come lui”

“Non cerchiamo vendetta, sia chiaro, ma che siano accertate le responsabilità. E qualora venissero fuori, chi ha sbagliato dovrà pagare”, conclude.

“La morte, di un giovane in particolare, è sempre un evento drammatico e socialmente devastante. Ci pone di fronte a tutte le precarietà umane e alla fugacità della vita. Leonardo Riberti era un ragazzo giovane e fragile, come possiamo esserlo tutti nelle nostre diverse fasi della vita, che ho avuto la fortuna di conoscere ed allenare nella mia esperienza al CUS Ferrara Rugby . Serio, silenzioso ,come solo gli adolescenti sanno essere in quella fase di scoperta dell’età adulta, appassionato dello sport e di tutto ciò che lo circondava. Da genitore, non oso immaginare lo strazio che la perdita di un figlio può comportare e pertanto mi stringo a loro in un abbraccio ideale”, è il commovente post di Maverick Breadstuff, che sintetizza il dolore che continuano a manifestare, increduli, coloro che hanno conosciuto Leonardo.

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Redazione Nazionale

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