No al lockdown, il mondo del vino toscano si ribella a chiusure e restrizioni: «la campagna Toscana non è la metropoli»

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No al lockdown, il mondo del vino toscano si ribella a chiusure e restrizioni. E c’è forte la preoccupazione a Montepulciano, dove il Consorzio del Vino Nobile d, in rappresentanza la filiera viti-vinicola del territorio, con un indotto economico locale che sfiora il 70% tra turismo e altre attività correlate al vino, si è fatto portavoce delle preoccupazioni del settore che ha appena finito una ottima vendemmia e deve vendere il vino.

«Siamo convinti tutti che si debbano prendere le giuste misure precauzionali per arginare e lottare questa pandemia – commenta Andrea Rossi, presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano – tuttavia certe misure sono pensate soprattutto per le grandi realtà urbane che in parte non hanno niente a che fare a confronto con la nostra realtà dove il controllo è elevato e soprattutto il rischio di assembramento fortemente limitato rispetto alle metropoli».

Il mondo del vino preoccupato per export e horeca

«Auspichiamo che le istituzioni locali, regionali e nazionali si facciano carico delle nostre istanze e di quelle di tante altre realtà simili alla nostra», chiude il presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, Andrea Rossi.

Giovanni Busi

E a preoccuparsi sono anche Consorzi più importanti.
Soprattutto in chiave export. Come il Consorzio Vino Chianti che attraverso il presidente Giovanni Busi sottolinea: «bene i 13,5 milioni previsti dalla Regione Toscana per la promozione internazionale del vino, ma oggi le aziende non sanno come calendarizzare gli eventi né prevedere quali mercati saranno aperti.

«C’è troppa incertezza ed è necessario introdurre misure che tutelino le imprese e i loro programmi, altrimenti le risorse non saranno utili allo scopo. Chiediamo a nome di tutte le aziende l’inserimento di criteri di elasticità e di deroghe nel decreto ministeriale che rende operativi i bandi Ocm, come già fatto per la campagna 2019/2020».

A Montalcino le preoccupazioni sono per al mercato horeca (il canale dei bar e ristoranti) e all’estero. Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino spiega che «le nuove misure sono appena entrate in vigore, ancora è presto per una valutazione. Quello che posso dire è che ci saranno delle conseguenze per l’economia, il vino non si vende certo soltanto online ma anche nei ristoranti»

Fabrizio Bindocci

Parla di futuro non facile, Francesco Mazzei, presidente Avito, l’Associazione dei Consorzi dei Vini di Toscana, «Non possiamo stare fermi ad aspettare che la situazione migliori perché, gli ultimi dati in merito alla cosiddetta seconda ondata del Coronavirus e l’ultimo Dpcm, non lasciano presagire nulla di buono con le nuove restrizioni previste, per esempio, per tutto il mondo Horeca in primis».

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Redazione Firenze

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