C’erano lettere con riflessioni sulla vita e sull’amore, erano annotate le date degli incontri con la figlia, brani di lettere ricopiati tutto materiale da interpretare per gli inquirenti quello trovato nella casa-covo del boss a Campobello di Mazara. C’è anche tanto materiale nell’agenda trovata durante la perquisizione della notte tra lunedì e martedì nella casa in cui il boss Matteo Messina Denaro, arrestato due giorni fa, ha trascorso l’ultimo anno della sua latitanza.
Non ci sarebbero – secondo gli inquirenti – documenti “esplosivi” nell’appartamento di vicolo San Vito a Campobello di Mazara e nemmeno carte compromettenti, circostanza che spinge i Pm a ipotizzare che ci sia un altro covo in cui il boss custodiva le cose riservate, anche se l’agenda potrebbe fornire spunti investigativi importanti.
Nella casa c’erano anche tantissimi documenti sanitari; numerosi referti per visite specialistiche, molte oculistiche, fatte da Messina Denaro durante gli anni della latitanza. Sono state recuperate in uno scatolone anche le cartelle mediche che dimostrano che il capomafia, catturato proprio grazie all’inchiesta sulla gravi patologie di cui è affetto, durante la latitanza ha incontrato diversi medici. Uno di questi è Alfonso Tumbarello, medico di base di Campobello di Mazara che è indagato per favoreggiamento e procurata inosservanza della pena, ma anche altri medici che saranno presto sentiti dai magistrati e dagli inquirenti, come l’oncologo di Trapani che lo aveva curato.
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