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Alessia Di Fiore

«Mi chiamo Alessia Di Fiore e sono un’attrice»: storia di un talento messinese

Pubblicato il 29 Luglio, 2020

«Mi chiamo Alessia Di Fiore e sono un’attrice». Subito dopo la canzone “Me ne frego” di Achille Lauro interrompe la presentazione. Un meccanismo comico s’innesta, ma anche un’occasione per riflettere sul difficile e poco compreso lavoro dell’attore. Classe 1998, Alessia Di Fiore è un talento messinese, diplomata alla Shakespeare Theatre Academy di Palermo dopo il liceo classico La Farina nella sua città. Alessia si mette in gioco, in una continua interazione recitazione/musica, nello spettacolo “Una canzone per te!”, in programma lunedì 3 agosto all’Arena Teatro del Museo regionale di Messina, alle 21.30. Uno spettacolo brillante, da lei scritto e diretto. «In un’ora intensa, si ride e si cerca d’intrattenere il pubblico, dopo un periodo complicato. Io stessa ho dovuto rinunciare ai miei corsi nelle scuole e ad alcuni spettacoli, senza dimenticare i provini in sospeso. Ma non mi demoralizzo e sono qui per ripartire con più forza», sottolinea la giovane attrice e regista.

Un talento poliedrico

Alessia Di Fiore recita e dirige a teatro, con la compagnia Progetto Teatrando, nata a Palermo e con sede a Messina, scrive testi e cura adattamenti in campo drammaturgico, fa la scenografa, balla, canta e insegna queste discipline nelle scuole. Teatro, musical, cinema, televisione: opera in ogni campo e sostiene di continuo provini, recitando in italiano e in inglese, e prepara progetti. Il tutto grazie alla formazione della Shakespeare Theatre Academy. «I tre anni passati in Accademia sono stati una svolta per il mio modo di pensare e vedere la recitazione. Lì ho scoperto che tutto quello che avevo sempre fatto, a metà tra il conscio e l’inconscio, non era solo una mia fantasia, esisteva davvero: si chiamava tecnica, unita a un pizzico di intuito, ma soprattutto all’empatia. Sono stati anni ovviamente formativi, ho imparato da ogni Maestro che ho incontrato e questo vale sia nel bene, sia nel male. Ho capito che tipo di artista volevo essere e come, invece, non avrei mai voluto diventare», spiega Alessia. Nella sua voce l’entusiasmo ma anche la forza di volontà di chi sa d’aver scelto una strada affascinante, seppure densa d’insidie.

Alessia Di Fiore

La formazione in Accademia: non solo attrice

Non solo recitazione e regia. In Accademia, Alessia Di Fiore si è formata in Makeup, scenografia e organizzazione di spettacoli. «Oggi sono attrezzata per orientarmi nella legislazione e nel disbrigo delle pratiche burocratiche, quando presento corsi nelle scuole e lavori per le tournée. Facendo già da assistente alla regia e alla recitazione, nel periodo dell’Accademia, ho sviluppato competenze didattiche in questi campi, oltre ad apprendere la biomeccanica, disciplina decisiva per recitare», racconta l’attrice e regista. Ma quando ha scelto questo mestiere? «Non c’è stato un momento specifico in cui ho deciso che volevo fare l’attrice: è successo e basta. Da piccola usavo le tende del salotto come sipario e rubavo i vestiti e i trucchi a mia madre, mi mettevo a recitare parti di cartoni animati o storie totalmente inventate. Ho sempre amato interpretare personaggi di ogni sorta. Perciò direi che la mia passione per il teatro non è mai nata, c’è sempre stata».

Per realizzare il suo sogno è disposta a fare sacrifici, muovendosi da Messina in ogni direzione per un provino all’improvviso e non tralasciando alcun aspetto: «Per me l’arte è arte, non sopporto chi si reputa un artista dicendo: “Io recito e basta”. Credo che il mondo dell’arte sia da conoscere appieno: mi è capitato di fare di tutto, anche spazzare il palco, e non mi è pesato, era quello su cui poco dopo mi sarei esibita. Essere poliedrici significa affrontare qualunque cosa ti si pone davanti con tranquillità ed efficienza».

Alessia Di Fiore

“Una canzone per te”

«Lo spettacolo “Una canzone per te” nasce dall’idea che un monologo non è mai il discorso di un singolo, ma un dialogo con un interlocutore immaginario, solitamente costui non risponde, ma non è questo il caso. La musica interviene al momento giusto, interrompendo, disturbando, partecipando al monologo dell’attore, diventandone parte integrante. Vi è mai capitato di pensare o dire una cosa e notare che la risposta vi arrivava da una frase di una canzone alla radio o dalla tv, per pura casualità? Ecco, il concetto è quello». Tra momenti comici e canzoni di vario genere, da “Come porti i capelli bella bionda” a Vasco, affiora tra le pieghe, e nel finale, una riflessione sul duro lavoro di chi recita.

«Il mio mestiere ha moltissime difficoltà: bisogna mettersi in gioco in ogni istante, essere sempre preparati e attivi, ma soprattutto stare pronti all’imprevisto, perché ce ne sarà sempre almeno uno. Anche quando si crede di aver previsto tutto talmente bene, che è impossibile che succeda qualcosa, l’imprevedibile puntualmente accade. L’unico modo di risolvere la faccenda è The Show Must Go On. Mi ripeto questa frase di continuo, non solo sul palco ma anche nella vita. Un attore non ha orari fissi, uno stipendio, un luogo in cui sa che starà per tutta la vita, potrebbe lavorare sempre come non farlo per mesi e questa condizione può cambiare in qualunque momento, perciò l’unica cosa da fare è rimboccarsi le maniche, andare avanti e continuare l’esibizione che la vita ci riserva. Quando dico che faccio l’attrice, spesso mi si domanda: “Sì ma come lavoro vero?”. Oppure si confondono gli attori con Angelina Jolie a Hollywood, in un set ricchissimo. La realtà è molto differente», precisa Alessia.

I modelli

«I miei modelli sono Charlie Chaplin per la creatività e la capacità di rinnovarsi e Audrey Hepburn per il rigore. Lei era capace di girare fino a notte fonda ma il giorno dopo arrivava puntuale, conoscendo benissimo la propria parte e dispensando sorrisi».

Il rapporto con Messina

Con Progetto Teatrando, che collabora con Progetto Suono a Messina, Di Fiore realizza progetti artistici e didattici in ambito nazionale. Ma qual è il rapporto con la sua città? «Messina è stata una sfida continua sin dall’inizio. In questa città, è difficile essere artisti. Essere di Messina mi ha creato non poche difficoltà, ma mi ha anche insegnato a non arrendermi, a guardare sempre oltre, a persistere e resistere nonostante le grandi cadute. Qui viene dato poco spazio ai giovani, che sono invece coloro che hanno realmente studiato, hanno idee nuove e potrebbero dare un vero contributo. Molte strutture rimangono chiuse e fatiscenti, luoghi che hanno le potenzialità per diventare poli culturali. Tutto viene racchiuso in un dilettantismo dilagante, che non è quello a cui una città artisticamente attiva dovrebbe puntare. Spero di aver lanciato qualche pietra nella direzione giusta, chissà. Messina deve cambiare».

Progetti futuri

«I progetti sono parecchi. La maggior parte di essi è purtroppo stata rallentata dalla pandemia, ma nulla è perduto, stiamo preparando una tournée italiana, ci sono nuovi testi da preparare e tante telefonate da fare, al momento non posso rivelare di più, avrete mie notizie. Durante la fase di stop per il Covid-19, ho dovuto rinunciare a una serie di iniziative per le scuole ma non mi do per vinta. Abbiamo già realizzato diversi spettacoli e altri ne stiamo preparando. Ci sono dei provini in ballo, ne avevo fatto prima dello stop uno con Moccia, molto apprezzato, e vedremo che cosa succederà».

Una trilogia fantasy

Alessia Di Fiore, sul suo canale Youtube, recensisce libri, un’altra sua grande passione, e durante la pausa da Covid-19 ha scritto un romanzo fantasy, il primo di una trilogia: «Tutto è nato da un sogno, un giorno, e da lì ho scritto il mio primo romanzo. Un narratore onnisciente, mescolando passato e presente, e una ragazza come protagonista, suo malgrado costretta da un compito ingrato a compiere un viaggio che la porterà alla scoperta di sé stessa: si tratta del primo libro di una trilogia fantasy che conto di pubblicare. I miei modelli sono Harry Potter, Il signore degli anelli e Shadowhunters».

Da vulcanica creativa, Alessia non intende farsi bloccare da chi continuamente «ti scoraggia e non ti valorizza. Ho scelto la mia strada e la perseguo con convinzione e, soprattutto, passione». Passione d’attrice, da regista e scrittrice. In una parola artista.

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