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Milano

Milano, le donne uccise al casello: l’investitore positivo a droga e psicofarmaci

Pubblicato il 20 Febbraio, 2023

È risultato positivo a cannabis e benzodiazepine il 39enne italo marocchino che nella notte tra venerdì e sabato ha travolto e ucciso le operatrici socio sanitarie Laura Amato e Claudia Turconi a Milano, a un casello dell’autostrada.

È il primo esito degli esami tossicologici compiuti sul sangue del 39enne nell’ospedale San Carlo dove è ancora ricoverato in condizioni non gravi.

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L’uomo, secondo quanto trapelato, è stato effettivamente ricoverato in Psichiatria giovedì scorso, il giorno prima dell’incidente mortale.

Gli inquirenti, coordinati dal pm Paolo Filippini, sono al lavoro per capire se l’uomo sia stato dimesso dai medici dell’ospedale o se sia uscito di nascosto. 

Da chiarire anche cosa ci facesse a quell’ora della notte lungo l’autostrada A4.

Gli investigatori hanno parlato con la moglie, entrambi vivono nel piacentino: la donna ha raccontato che il marito ha avuto una forte crisi psichica e per questo lei l’aveva convinto ad andare in ospedale.

Il 39enne è accusato di duplice omicidio stradale. 

Ora gli inquirenti dovranno capire se le benzodiazepine siano state assunte in ospedale perché prescritte dai medici o arbitrariamente dall’uomo e anche il loro dosaggio. Lo stesso per la cannabis.

Possibile che il mix di sostanze abbia provocato uno stato di forte alterazione. 

Nei filmati delle telecamere si vede la Lancia Musa guidata dall’uomo andare dritta contro la Ypsilon con a bordo le due donne ferme a ritirare a il biglietto dell’autostrada.

La sua vettura non cambia mai traiettoria, né rallenta, come se non ci fosse il casello davanti. 

Tra le lamiere della Lancia Musa i vigili del fuoco e i poliziotti della sottosezione autostradale Novara Est hanno trovato un braccialetto ospedaliero strappato.  

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