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Modena

Modena, il video choc del carabiniere che picchia un arrestato: “Cose viste solo nei filmati americani”

Pubblicato il 14 Marzo, 2024

Le immagini sono eloquenti, crude, violente. Un carabiniere lo tiene, l’altro lo picchia anche in pieno volto. E’ successo a Modena ed è l’ennesimo scandalo che investe le forze dell’ordine.

Il video, diffuso dal canale Telegram Welcome to Favelas è diventato virale ovunque suo social, anche senza alcuna tutela della privacy, visto che si vedono chiaramente anche i volti dei militari e dell’uomo che è stato fermato e si cerca di farlo entrare dentro l’auto di servizio per portarlo in caserma.

“A Modena non si è mai vista una cosa del genere, finora cose così le avevo viste solo nei filmati americani. Si sono accaniti con una violenza non necessaria. Se una persona si oppone a un controllo legittimo va contenuta, non picchiata”.

Lo afferma l’avvocata Barbara Bettelli, che difende il 23enne guineano, regolare e con un lavoro in un ristorante della provincia, arrestato ieri per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento.

Nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto il 23enne aveva dichiarato di essere stato “picchiato al volto e a una gamba” e di non aver provocato danni all’auto di servizio dei carabinieri.

Dopo la convalida è stato rimesso in libertà.

L’udienza si è svolta ieri mattina, prima che iniziasse a circolare il video sui social, girato da un passante, che mostra una fase dell’arresto, con un carabiniere che mentre tenta di far entrare nella macchina il giovane lo colpisce con pugni.

Ma non emergevano su di lui segni di lesioni.

Il giovane avrebbe riferito al giudice di trovarsi alla fermata dell’autobus per andare al lavoro quando è stato controllato. Non aveva con sé i documenti e avrebbe detto ai militari, riferisce la sua avvocata, che avrebbe potuto chiamare un amico per farseli portare. A quel punto sarebbe stato, però, invitato a salire in macchina per andare in caserma e lui si è rifiutato.

“In udienza è stato detto che è stato controllato perché sembrava sospetto. Ma non c’era a mio avviso nessun indizio che stesse commettendo un reato”, spiega la legale.

Si tratta di un ragazzo arrivato in Italia alcuni anni fa “in barcone” e “non risultano precedenti di condanne”. Dopo aver fatto il lavapiatti, attualmente lavora come aiuto cuoco in un ristorante della provincia ” ed è molto apprezzato dal suo titolare”.

L’udienza è stata rinviata al 18 aprile.

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