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“Se muoio è stata mia moglie”, ma i giudici assolvono la vedova: “Atto di civiltà”

Pubblicato il 9 Ottobre, 2023

Il 5 aprile del 2021 fu trovato in un appartamento di San Donato, a Torino, il corpo senza vita di Ettore Treglia. Una morte avvolta nel mistero poiché l’uomo, poco prima di morire, aveva inviato il seguente messaggio inquietante alla moglie: “Se mi trovano morto è stata mia moglie”, un’accusa pesantissima che ha trascinato la vedova in tribunale.

Dopo uno spinoso processo però i giudici, valutati tutti gli aspetti, hanno deciso che l’assoluzione fosse un “atto di civiltà” e hanno anche spiegato i motivi.

La misteriosa morte dell’uomo

Secondo le motivazioni della sentenza, uscita qualche giorno fa, l’uomo è stato ucciso da un mix di cannabis, ansiolitici e alcol. L’abuso di questo mix letale potrebbe aver impedito all’uomo di cambiare posizione, quindi in tal caso la morte potrebbe essere giunta per asfissia di posizione.

Si è ventilata l’ipotesi che l’uomo poteva soffrire di un problema cardiaco pregresso, che nessuno però è stato in grado di accertare. O ancora potrebbe essersi trattato di un raro caso di stimolazione vagale, un recettore che fa rallentare i battiti del cuore e in alcuni casi può addirittura fermarli del tutto provocando il decesso.

Vedova assolta: “Troppe bugie e incertezze”

Alessandra Salvadori, presidente della corte d’assise, lo scorso 3 luglio aveva deciso di assolvere la vedova per poi aggiungere che “principi di civiltà, prima ancora che di diritto, impongono di fronte a un dubbio di tali proporzioni di pronunciare sentenza di assoluzione”.

Nei confronti della donna era scattata l’accusa di omicidio del marito, Ettore Treglia, dopo che l’amante aveva mostrato il macabro messaggio ai carabinieri. Tuttavia erano troppe le incertezze e non c’erano i presupposti per condannare la donna, anche perché la vittima era poco credibile e aveva raccontato diverse bugie.

Così i giudici hanno motivato la loro sentenza: “Non risulta essere una persona attendibile, i tanti racconti inducono a ritenere che fosse un uomo propenso a inventare, mentire, ingigantire la realtà e che proprio nella stessa conversazione in cui lanciava le accuse contro la moglie, facesse altre affermazioni palesemente inveritiere”.

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