Nell’ambito della mostra “Sapiens. Da cacciatore a cyborg”, dal 9 marzo prossimo il Museo di Storia Naturale e Archeologia di Montebelluna ospiterà una pregevole Cista figurata in bronzo proveniente da una sepoltura montebellunese del V secolo a.C. e pervenuta ai Musei Civici di Treviso tramite Teodolfo Tessari e Luigi Bailo dal 1882.
Questo raffinato reperto, denominato ora Cista Tessari, occupa un posto molto importante sia da un punto di vista della storia delle collezioni museali che da un punto di vista dello studio scientifico.
La “cista” è un piccolo contenitore di lusso, usato al tempo dei Veneti Antichi per contenere oggetti di uso personale – quali accessori, gioielli o cosmetici – e legato al mondo femminile.
La Cista Tessari si distingue per la raffinata decorazione nello stile dell’Arte delle Situle che ricorda nei sui motivi la Situla di Montebelluna. Non è un caso, dal momento che anche la cista dei Musei Civici di Treviso proviene da Montebelluna, rinvenuta a fine ‘800 da Teodolfo Tessari nei suoi terreni a Santa Maria in Colle.
Il suo ritorno “a casa”, dopo ben 139 anni, consentirà agli studiosi e a tutto il pubblico del Museo Civico di Montebelluna di confrontare i due notevoli reperti.
Martedì 9 marzo, alle 17.30 in diretta dalla Pagina Facebook ufficiale del Museo di Storia Naturale e Archeologia di Montebelluna, ce ne parleranno più in dettaglio Elisabetta Gerhardinger ed Emanuela Gilli, conservatrici dei due musei civici, nell’ambito della programmazione “Per un pugno di mimose” a cura dei servizi culturali del Comune di Montebelluna. Traccia speciale della conversazione sarà la figura femminile e il suo ruolo nella civiltà degli antichi Veneti, sulla base delle più recenti ipotesi prodotte dalla ricerca scientifica in ambito archeologico e dei notevoli reperti visibili nelle due sezioni archeologiche civiche di Montebelluna e Treviso.
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