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Nainggolan: “Posso bere anche 20 cocktail ma poi in campo vado a 3000”

Radja Nainggolan risponde a Walter Sabatini: “L’ho chiamato, 8 shottini sono pochi. Ne bevo anche 20 e poi gioco,
la natura mi ha fatto un dono, ho un fisico che non ha mai risentito delle cavolate che ho fatto. Non rinuncio a vivere”.

Pubblicato il 11 Marzo, 2023

Radja Nainggolan risponde a Walter Sabatini: “L’ho chiamato, 8 shottini sono pochi. Ne bevo anche 20 e poi gioco,
la natura mi ha fatto un dono, ho un fisico che non ha mai risentito delle cavolate che ho fatto. Non rinuncio a vivere”.

Così, a distanza di qualche giorno dalle parole dette bonariamente dal suo ex Ds della Roma Walter Sabatini, che aveva parlato di dispiacere per un talento enorme dissipato dal centrocampista belga con uno stile di vita inadeguato per un atleta, il ‘Ninja’ gli ha risposto alzando l’asticella del suo limite alcolico e spiegando anche il suo modo di intendere il calcio e la vita: “Sabatini ha detto che sono un delinquente, capace di bere otto shottini tutti insieme? L’ho chiamato e gli ho detto che otto sono pochi – spiega al Corriere – ne bevo anche venti. E che poi vado in campo lo stesso. Mi vuole bene, mi ha sempre consigliato di avere una vita più tranquilla. Pensa che avrei avuto una carriera migliore. Ma non sono d’accordo, in campo ho dato il massimo”.

Il “dono” di natura

Radja Nainggolan sostiene che “la natura mi ha fatto un dono, ho un fisico che non ha mai risentito delle cavolate che ho fatto. Certo a 20 anni esci tutte le sere, adesso magari di serate ne faccio due-tre, se mi va. Ma non rinuncio a vivere. Posso anche bere un po’ la sera, l’importante è poi andare in campo a tremila. Alcuni parlano di problemi negli spogliatoi, ma in tutte le squadre dove ho giocato ho avuto buoni rapporti con tutti. Ci sono compagni che mi chiamano ancora oggi. Sono un calciatore e prima ancora un uomo che ha scelto di essere felice. Ho nella testa e nell’anima le sofferenze che ho vissuto da ragazzo. Eravamo poveri, mia madre faceva le pulizie e mille lavori extra per sostenerci, mio padre ci ha lasciati che ero giovanissimo. Mi sono sacrificato per diventare un calciatore, guadagnare e far vivere bene i miei cari che come me e con me hanno sofferto”.

Il progetto con la Spal dallo scorso gennaio

Il 34enne di Anversa da gennaio gioca con la Spal in Serie B, ma le cose non sono andate bene, visto che la formazione estense rischia la retrocessione ed è stato esonerato anche Daniele De Rossi che lo aveva voluto a Ferrara: “Ci sono venuto per Daniele e dopo due giornate l’hanno mandato via. Se non ci fosse stato lui neanche ci avrei pensato, adesso devo aiutarli a salvarsi. Dopo il calcio? Ancora il calcio. Se mi sento felice? Continuerò pure a sbagliare per essere felice”.

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