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Porta un cadavere in banca per fargli firmare un prestito: “dai zio firma qui”. Arrestata

Pubblicato il 18 Aprile, 2024

“Weekend con il morto” è stato un film cult di fine anni ’80 in cui due giovani yuppie trascorrono un weekend in una villa da sogno con il loro capo, che però è morto, e lo portano in giro facendo credere che fosse vivo.

Qualcosa del genere si è verificato in Brasile a Bangu, quartiere di Rio de Janeiro, con la differenza che quanto successo è tutto orribilmente reale e non si tratta di finzione. Una donna, Erika de Souza Vieira Nunes, ha portato lo zio in banca per fargli firmare un assegno da 3.000 euro ma è stata smascherata ed è accusata di frode.

L’orripilante scena

L’agghiacciante e terrificante scena è stata ripresa da un video delle telecamere a circuito chiuso della banca, dove si vede la donna che cerca di convincere lo zio su una sedia a rotelle a impugnare la penna e firmare un documento.

“Zio firma qui, non posso firmarlo io per te” – ha detto la donna e la scena ha subito insospettito i dipendenti della banca, che hanno osservato l’aspetto orribile dell’uomo che era emaciato e molto pallido. La donna si è giustificata spiegando che lo zio ha sempre avuto quell’aspetto e, per provare a dare credibilità alla sua macabra messinscena, ha chiesto allo zio se voleva tornare in ospedale.

La scoperta del macabro teatrino

Nel filmato, che sta circolando sui social, si vede la testa del pover’uomo oscillare avanti e indietro, fin quando la donna lo afferra per il collo e gli dice: “Firma qui e smettila di farmi venire il mal di testa”. I dipendenti, scioccati dinanzi a quella scena, hanno chiamato la polizia che ha fatto l’agghiacciante scoperta: quell’uomo seduto in sedia a rotelle era Paulo Roberto Braga, 68enne morto probabilmente da poche ore.

Come ha spiegato il commissario Fabio Luiz la donna ha simulato che lo zio fosse vivo per far credere che fosse davvero lui a firmare. Secondo i media locali la donna avrebbe richiesto un prestito di 17.000 reais brasiliani, l’equivalente di circa 3.000 euro.

Intanto proseguono le indagini per capire se nella truffa siano coinvolti altri familiari, a quando risale il presunto accordo e se l’uomo fosse ancora vivo quando è stato concesso il prestito.

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