Papa Francesco ha telefonato Volodymyr Zelensky, prima che questi intervenisse al Parlamento italiano. E’ stato scritto su Twitter da Andrii Yurash, ambasciatore di Kiev presso la Santa Sede. Questi afferma che il presidente ucraino ha invitato il Pontefice a Kiev.
L’ambasciatore si è espresso in questo modo: “Nuovo visibile gesto di sostegno da parte di papa Francesco. Solo pochi minuti fa il Santo Padre ha chiamato il presidente Zelensky e ha avuto un colloquio molto promettente. Il Papa ha detto che sta pregando. Zelensky ha ripetuto che Sua Santità è l’ospite più atteso in Ucraina“.
Zelensky nel suo colloquio con il Papa, ha dichiarato: “Il nostro popolo è diventato l’esercito quando ha visto il male”. Lo ha riferito lo stesso presidente nel corso del suo intervento alla Camera, della durata di circa 12 minuti: “Oggi ho parlato con Papa Francesco, lui ha detto parole molto importanti. Capisco che voi desideriate la pace, capisco che dobbiate difendervi. Ognuno difende la propria patria”.
Scrive ancora Andryi Yurash: “Il Papa ha detto che sta facendo tutto il possibile per la fine della guerra“.
PAPA FRANCESCO, GLI ULTIMI TOCCANTI TWEET: “PER CHI SEGUE GESÙ NON È TEMPO DI DORMIRE”
Ecco gli ultimi toccanti tweet di papa Francesco
Il Pontefice, non si è limitato a un tweet. Di recente ne ha pubblicato una serie, probabilmente perché allarmato dalle notizie sui negoziati privi di sbocchi positivi.
“Per chi segue Gesù non è tempo di dormire, di lasciarsi narcotizzare l’anima. Un dramma del nostro tempo è chiudere gli occhi sulla realtà e girarsi dall’altra parte”, scrive.
E ancora, un minuto dopo: “Pregare è portare il palpito della cronaca a Dio perché il suo sguardo si spalanchi sulla storia”.
Per poi, sempre a poco distanza dal tweet precedente, affermare, riprendendo un passo dell’omelia della messa che ha presieduto in forma privata, questo pomeriggio, nella chiesa del Santissimo Nome di Gesù a Roma, nel IV centenario della canonizzazione dei Santi Isidoro l’agricoltore, Ignazio di Loyola, Francesco Saverio, Teresa di Gesù e Filippo Neri: “Se la preghiera è viva, “scardina dentro”, provoca continuamente a lasciarci inquietare dal grido sofferente del mondo. Chiediamoci: come stiamo portando nella preghiera la guerra in corso?”.
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