Il Pd approva le liste, l’amarezza degli esclusi: “Nessuno si nasconda dietro a scuse vigliacche”

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Con 3 voti contrari e 5 astenuti la direzione nazionale del Pd, riunita al Nazareno, ha approvato nella notte le liste per le candidature in vista delle prossime elezioni.

Il segretario del Pd Enrico Letta sarà candidato come capolista alla Camera in Lombardia e Veneto.

È quanto si apprende da fonti Dem, mentre Carlo Cottarelli sarà capolista al Senato a Milano e il professore e microbiologo Andrea Crisanti sarà capolista in Europa.

Tra le candidature in lizza ci saranno anche 4 giovani under 35 indicati come capolista.

Sono: Rachele Scarpa, Cristina Cerroni, Raffaele La Regina, Marco Sarracino. 

Fonti del Pd assicurano che è stata rispettata la parità di genere nella composizione dei candidati nelle liste.

Fuori dalle liste Dem Luca Lotti: “Il segretario del mio partito ha deciso di escludermi dalle liste per le prossime elezioni politiche – ha scritto su Fb l’ex ministro Luca Lotti -. Mi ha comunicato la sua scelta spiegando che ci sono nomi di calibro superiore al mio. Confesso di non avere ben capito se si riferiva a quelli che fino a pochi mesi fa sputavano veleno contro il Pd e che oggi si ritrovano quasi per magia un posto sicuro nelle nostre liste. Non lo so. Ma così è”. 

“Non sarò certo io a fare polemiche: non le ho fatte in questi anni e non comincerò oggi. Ho sempre agito per il bene del mio territorio e del mio partito. Non ho condiviso la scelta di tanti amici nel 2019 di uscire dal Pd e anche grazie a quella decisione (mia e di Lorenzo Guerini che ringrazio per il lavoro da Ministro e per aver guidato con me i riformisti) il Partito democratico è rimasto presente in Parlamento dove, lo dicono i numeri, rischiava invece di sparire. Ecco perché fa male in queste ore ascoltare inutili polemiche e fake news sulle motivazioni della mia mancata ricandidatura, così come leggere assurde ricostruzioni in cui si prova a far credere che a scegliere sia stato il territorio. In Toscana sappiamo tutti come sono andate le cose.”, aggiunge.

“La scelta è politica, non si nasconda nessuno dietro a scuse vigliacche. Io sono abituato ad affrontare la realtà a testa alta, altrettanto faccia chi ha deciso”.

“Aggiungo solo una riflessione. Dispiace, e non poco, scoprire che i dirigenti del mio partito abbiano abbandonato uno dei cardini della nostra identità: il garantismo. É stato un onore per me essere un deputato del Pd, il partito che ho contribuito a fondare e che, in questi ultimi anni, insieme a molti amici ho tenuto unito e compatto. Rifarei tutto! Ai tanti che mi stanno scrivendo e mandando messaggi o che si sono preoccupati per me dico solo questo: anche quando alcune scelte sembrano più dettate dal rancore che dalla coerenza politica, mi troverete sempre dalla stessa parte. Dalla parte del Pd. Il Pd è casa mia. Lo sarà anche in futuro”, conclude.

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Redazione Nazionale

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