Pubblicato il 5 Ottobre, 2021
Nel mirino delle indagini i bivacchi dei senzatetto, escluso il dolo. Resta valida l’ipotesi del cortocircuito
Intorno alle ore 22:30 del sabato notte romano, un bagliore seguito da piccoli scoppi ha destato l’attenzione dei testimoni presenti nelle zone limitrofe. Il ponte dell’industria, lungo 131 metri e utilizzato sia dai pedoni che dalle automobili prende fuoco. Il traffico impazzisce e 180 abitazioni nelle vicinanze perdono le forniture di luce e gas. Sul posto si precipitano vigili del fuoco e sommozzatori, si teme il crollo della struttura.
Vengono evacuati i locali circostanti, l’area è posta sotto sequestro e le forze dell’ordine si appropriano immediatamente delle immagini delle videocamere di sorveglianza per ricostruire la vicenda.
Secondo le prime ricostruzioni, sarebbe da escludere l’incendio doloso, non sono state rilevate tracce di innesco. C’è l’ipotesi di cortocircuito, ma i tecnici spiegano che le linee elettriche sono state aggredite dalle fiamme tutte insieme mentre nel cortocircuito, si distaccano a catena.
Lipotesi allora più probabile, quella dei vigili del fuoco, secondo cui l’incendio sarebbe partito dagli accampamenti di fortuna dei senzatetto che vivevano al di sotto della struttura metallica. Le fiamme potrebbero essere partite dai fornelletti a gas. Non si sono registrati feriti, il personale del 115 è riuscito a non far esplodere le bombole a gas poste nel rifugio, evitando il peggio.
Nel frattempo il comune di Roma fa sapere che ci vorranno almeno 4 mesi per elaborare il progetto di ripristino dalla struttura, ancora non si è terminato di valutare i danni. Intanto è stata scongiurata l’ipotesi di crollo ma diverse sono le parti rimaste pericolanti.
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