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consiglio regionale puglia doppia preferenza

Puglia, manca il numero legale per la doppia preferenza. Ora palla al Governo

Pubblicato il 29 Luglio, 2020

Dopo una giornata di tensioni e ritardi, un consiglio cominciato con 5 ore di ritardo e la questione elettorale al quinto posto fra gli ordini del giorno, alle due di notte, dopo l’ennesima sospensione, viene a mancare il numero legale. Nel pomeriggio si esprimerà il Consiglio dei Ministri

“All’1.30 dopo l’ennesima sospensione, si consuma l’ultimo colpo di scena della maratona che ha visto le forze politiche impegnate a modificare la legge elettorale nell’ultimo giorno utile. In piena notte il presidente dell’Assemblea, Mario Loizzo, ha dovuto prendere atto della mancanza del numero legale causa le numerose assenze tra i banchi dell’opposizione e dichiarare la chiusura dei lavori, circostanza che coincide con la conclusione dell’attività della X legislatura”. Questo il testo licenziato questa notte – ore 2.05 – dall’agenzia di notizie del Consiglio Regionale della Puglia. L’assemblea non è riuscita ad approvare la nuova legge elettorale, che sulla base della proposta di legge firmata dallo stesso governatore Michele Emiliano, prevedeva l’inserimento nel sistema elettorale pugliese la doppia preferenza di genere.

Una questione annosa, la cui soluzione è stata sollecitata nei giorni scorsi anche dal premier Conte, che alla Puglia ha lanciato un ultimatum: si modifichi la legge o interverrà il Governo, era stato il senso perentorio della diffida inviata alla Puglia, dopo che già a giugno il Consiglio dei Ministri aveva approvato un atto di indirizzo per favorire il riequilibrio delle presenze nei consessi regionali. Ulteriori aut aut erano giunti nei giorni scorsi da parte dei ministri Boccia e Bellanova, così che la questione era stata inserita nell’ordine del giorno della seduta del Consiglio Regionale di ieri, l’ultima della legislatura.

Nel frattempo – fra vertici di maggioranza e riunioni dell’opposizione – la questione doppia preferenza si preparava a un cammino in salita. A partire già dalla fissazione degli ordini del giorno della seduta di ieri, cominciata con cinque ore di ritardo e la faccenda elettorale relegata al quinto posto nella cronologia dei lavori. Poi sono arrivati gli emendamenti: 1950 modifiche proposte dall’opposizione (firmatario Francesco Ventola) che rendono di fatto impossibile la discussione del testo e la sua approvazione nei termini.

E’ così che, ormai a notte inoltrata, il capogruppo del Pd, Paolo Campo chiude ogni discussione: “Piuttosto che stare qui a discutere del nulla è meglio affidarsi a quanto il Governo nazionale farà sostituendosi al Consiglio regionale in tema di doppia preferenza di genere”. Segue l’scita dall’aula di numerosi esponenti di maggioranza e opposizione, si legge nella nota stampa del Consiglio, mentre chi resta, della minoranza, contesta quella che il capogruppo di Forza Italia Marmo definisce una “abdicazione della maggioranza dal proprio ruolo nell’ultimo giorno in cui la legislatura si spegne”

Poco prima, la maggioranza aveva rifiutato la proposta di mediazione delle opposizioni: ritiro di tutti gli emendamenti, approvazione immediata della doppia preferenza di genere, conferma del 60% della presenza massima di un genere rispetto all’altro, mantenimento della ammenda pecuniaria e inammissibilità delle liste inadempienti a decorrere dalla 12ma legislatura.

Ma non c’è tempo per discuterne. Sono le due di notte e il numero di consiglieri in aula non permette la prosecuzione dei lavori. La parola passa al Governo. Con buona pace delle tante associazioni di donne che in questi mesi avevano lavorato per arrivare in tempo a una modifica della legge elettorale, e che nei giorni scorsi avevano presidiato il Consiglio Regionale e animato la manifestazione indetta dalla Commissione Pari Opportunità della Regione Puglia.

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