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Rigassificatore: lettera al Presidente Mattarella

Pubblicato il 13 Ottobre, 2022

Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato.

“La speculazione sull’energia minaccia imprese e famiglie”: è l’allarme lanciato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Siamo un gruppo di Piombino composto da cittadini, imprese e famiglie, anche noi, impegnato a salvaguardare la propria salute,il proprio territorio e il proprio lavoro. 

Ci rivolgiamo a Lei, illustrissimo Presidente della Repubblica, per rappresentare la nostra realtà confidando in un Suo interessamento. La nostra è una piccola cittadina sul mare, prospiciente l’Isola d’Elba e altre isole dell’arcipelago toscano. Il nostro mare è “santuario dei cetacei”. Siamo un’area inclusa nel SIN e da circa venti anni aspettiamo le bonifiche, oltre ad essere area di crisi industriale complessa per via dell’industria pesanteche produceva rotaie per l’Italia e per altri paesi . Da noi oggi il lavoro scarseggia, i nostri giovani tendono a cercare soluzioni altrove, mentre da tempo è in atto una diversificazione produttiva legata ai traffici marittimi, al turismo, alla pesca, alla coltivazione ittica, alla valorizzazione del nostro patrimonio naturalistico, storico, archeologico.

Il Governo, come è noto, con il decreto cosi detto Aiuti del 17 maggio convertito in legge, ha previsto norme per il potenziamento energetico tramite nuovi rigassificatori indicando Piombino, con il suo porto, il sito “privilegiato” ove collocare il rigassificatore per alcuni anni, prevedendo poi di spostarlo in mare.

Il Sindaco appoggiato da gran parte della città, riunita in assemblee e iniziative pubbliche, ha espresso la propria contrarietà con argomentazioni motivate eppure la nave con il rigassificatore è destinata al nostro porto, un porto piccolo, estremamente trafficato, terzo porto passeggeri del Paese (quasi tre milioni annui) con traffici commerciali notevoli, con allevamenti ittici di recente realizzazione, con abitazioni quasi in contiguità.

Il rigassificatore verrebbe collocato a poco più di 1000 metri dalle abitazioni, vicinissimo alle banchine passeggeri, alla stazione marittima, alla viabilità, al porto turistico in costruzione.

In data 9 Giugno il Presidente del Consiglio ha nominato il Governatore della Toscana Commissario  straordinario. Il nostro Presidente di Regione avrebbe potuto esprimere un veto a questo progetto, ma non lo ha fatto, nonostante le importanti criticitàrappresentate sulla sicurezza, sull’ambiente, sulla nostra economia, in palese contrasto con le volontà popolari.

Il decreto del Governo, tra l’altro, ha dettato procedure semplificate che preoccupano non poco avendo previsto, per la valutazione ambientale delle opere e delle infrastrutture connesse,di applicare l’esenzione di cui all’art.6 comma 11 decreto 2006/152 inerente la procedura di Valutazione impatto ambientale, preoccupazione che tiene conto delle problematiche connesse allecaratteristiche del nostro porto, dell’ambiente marino, della presenza di elementi vulnerabili. 

Specifiche procedure, fino ad ora in vigore e nei tempi richiesti necessari per approfondimenti, avrebbero reso di fatto questo progetto di  difficile realizzazione (per l’impianto offshore di Livorno ci sono voluti 12 anni di procedure, da noi 120 giorni).

Temiamo per il nostro mare, per la nostra economia, ma soprattutto per la nostra incolumità, per quella delle nostre famiglie, per quella dei numerosissimi passeggeri che transitano nel nostro porto e nelle nostre infrastrutture viarie, ferroviarie,marittime.

Il rigassificatore è un impianto a rischio di incidenti rilevanti e crediamo che la sicurezza non debba essere sacrificata per nessuna altra urgenza, se si vuole rispettare il dettato costituzionale, tenuto conto della collocazione in un contesto inadeguato.

Il progetto presentato dalla Soc. Snam Italia FSRU al Commissario è oggetto di un iter istruttorio, di acquisizione di pareri, di incontri in Conferenza di Servizi, l’ultima programmataè per il 21 ottobre e la conclusione del procedimento il 27 ottobre. Tuttavia presenta numerose criticità non affrontate adeguatamente; si pensi per esempio che la fascia dove si prevedono eventuali incidenti, quindi interdetta, è circoscritta all’impianto, nemmeno 500mt, fascia che tra l’altro invade per buona parte l’unico canale di ingresso delle navi. Ma lacollocazione nel nostro piccolo porto risente sia dei rischi legati a un impianto su nave, quindi mobile e non fissa, sia ai rischi di un impianto ancorata in modo permanente in una banchina e allacciata alla rete nazionale del gas. L’analisi sui rischi è stata eseguita su una Nave diversa dalla Golar Tundra e su cartografie di dieci anni orsono, l’analisi sulle interferenze tra traffici,limitate, e con le quali si ammettono difficoltà insormontabili tanto da prevedere operazioni notturne, ipotesi di incidenti, secondo il proponente, sempre rimediabili, insomma siamo molto preoccupati per la nostra incolumità e per l’incolumità di passeggeri e personale che lavora sul porto, senza contare la compromissione di attività economiche (le navi portarinfuse non potranno attraccare alla banchina industriale, le attività legate al mare in seria difficoltà). Siamo preoccupati anche per la nostra salute, lo stesso Istituto Superiore di Sanità definisce insufficiente il progetto presentato.

Abbiamo rappresentato a Istituzioni le nostre preoccupazioni e la mancanza di dati certi in risposta, ci sentiamo dire dai media e da molti politici: vi dovete sacrificare per il Paese. Ma qualcuno si rende conto di che tipo di sacrificio si viene a chiedere?  Ci viene tolta la tranquillità e gran parte delle occasioni di lavoro, si mette in crisi la bellezza del nostro mare prospiciente l’arcipelago.

Abbiamo scritto e motivato le gravi criticità di questo luogo al Governo che ha deciso questa scelta, attualmente in carica per gli affari correnti, ma non ci è pervenuta alcuna risposta.

I governanti sostengono che il provvedimento adottato è nell’interesse nazionale, ma l’interesse nazionale è la somma di tanti interessi e realtà locali e se le realtà locali vengono cosìpesantemente sacrificate, quale bene si pensa di fare alla comunità?

Ci rivolgiamo a Lei Presidente per chieder Le di interessarsi a noi,di non sacrificare il nostro mare e il nostro territorio, la nostra economia gravemente penalizzata che faticosamente si avvia ad una ripresa basandosi anche sull’economia legata al mare.Chiediamo di lasciare una speranza ai nostri giovani, di lasciare loro un futuro, di garantire la sicurezza del  luogo dove vivono e dove viviamo.

Questa situazione crediamo sia la sola al mondo non potendosi paragonare a quella di porti molto grandi e lontani dalla città. Riprendiamo le parole di una persona cara a Lei e tutti gli italiani, Piero Angela. 

Nel suo libro «La sfida del secolo» descrive il peggior incidente immaginabile: “Una grande nave metaniera, che trasporta 125 mila metri cubi di gas liquefatto a bassissima temperatura, contiene un potenziale energetico enorme. Se nelle vicinanze della costa, per un incidente (o un atto terroristico) dovesse spezzarsi e rovesciare in mare il gas liquefatto, potrebbe cominciare una sequenza di eventi catastrofici.
Il gas freddissimo, a contatto con l’acqua del mare, molto più calda, inizierebbe a ribollire, a evaporare e formare una pericolosa nube. Questa nube di metano evaporato rimarrebbe più fredda e più densa dell’aria e potrebbe viaggiare sfiorando la superficie marina, spinta dal vento, verso la terraferma.
Scaldandosi lentamente la nube comincerebbe a mescolarsi con l’aria. Una miscela tra il 5 e il 15 per cento di metano con l’aria è esplosiva. Il resto è facilmente immaginabile. Se questa miscela gassosa, invisibile e inodore, investisse una città, qualsiasi (inevitabile) scintilla farebbe esplodere la gigantesca nube.
La potenza liberata in una o più esplosioni potrebbe avvicinarsi a un megaton: un milione di tonnellate di tritolo, questa volta nell’ordine di potenza distruttiva delle bombe atomiche.
Le vittime immediate potrebbero essere decine di migliaia, mentre le sostanze cancerogene sviluppate dagli enormi incendi scatenati dall’esplosione, ricadendo su aree vastissime, sarebbero inalate in piccole dosi, dando luogo a un numero non calcolabile, ma sicuramente alto, di morti differite nell’arco di 80 anni.”

Uno Stato di diritto e democratico non può imporre, ma solo proporre e verificare, avendo il dovere e l’onere, di individuare le soluzioni migliori, che meno compromettono un territorio. Ai nostri figli dobbiamo sicurezza e prospettive di crescitaeconomica. 

Vogliamo ancora credere che lo Stato sappia ascoltare.

Il Comitato Salute Pubblica Piombino Val di Cornia 

La Piazza Val di Cornia

Gruppo Gazebo 8 Giugno contro il rigassificatore

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