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Bimba

Roma, bimba morta in auto: l’angosciante ricostruzione della tragedia, “Chi ha preso Stellina?”

Pubblicato il 9 Giugno, 2023

“Chi ha preso Stellina?”. 

Sandro La Tona non ci credeva. Per alcuni attimi, al telefono con la moglie Arianna Leonetti, ha addirittura pensato a uno scherzo. Un gioco senza senso, anche perché dall’altra parte la compagna non aveva alcuna voglia di perdere tempo.

“Qui le maestre mi dicono che Stella non è mai arrivata! Sandro, dov’è la bambina?”. La voce sempre più concitata, il tono duro e preoccupato. Ma nel marito appuntato dei carabinieri, sposato nell’ottobre di due anni fa, non è scattato alcun allarme legato a un suo possibile errore. “Ma come? Chi l’ha presa?”, le ha risposto Di Tona nell’ultima telefonata, alle 14.40 di mercoledì pomeriggio. La moglie nella segreteria dell’asilo nido “Luinetti”, in via dei Fucilieri, alla Cecchignola, accanto alle colleghe – anche lei è maestra in una scuola dell’infanzia vicino casa, all’Eur – sempre più attonite, lui invece in ufficio, a meno di un centinaio di metri, nella sede della Direzione generale del personale militare. Stesso complesso nella cittadella delle forze armate., riferisce il Corriere.

La ricostruzione della tragedia della piccola Stella, appena 14 mesi, fatta dai carabinieri conferma la versione dell’appuntato di un completo black out di memoria che lo avrebbe colpito nella prima mattinata di mercoledì quando ha parcheggiato la sua Renault Megane rossa davanti al nido.

Prima era stata una mattinata come tutte le altre. “Ero assolutamente convinto di averla lasciata al nido, non so cosa è successo. Ho pensato che Stella stesse lì anche quando ho parlato a metà mattina con mia moglie per mettermi d’accordo per andarla a riprendere”, ha ammesso il sottufficiale.

A lui spettava accompagnare la bimba all’asilo proprio perché più comodo per il suo lavoro lì vicino, mentre la ripresa dopo l’ora di pranzo era alternata fra marito e moglie. “Una giornata come tutte le altre – avrebbe spiegato Di Tona, interrogato dai colleghi della compagnia Eur e del Nucleo investigativo di via In Selci, coordinati dal procuratore aggiunto Paolo Ielo -, ci siamo alzati, preparati. Ho portato a spasso il nostro cagnolino, sono sceso con Stella nel passeggino e siamo saliti in macchina”.

Da chiarire se durante il tragitto fra l’abitazione della coppia, sempre all’Eur, e la Cecchignola, durato circa venti minuti, la piccola si sia assopita. Di sicuro una volta arrivato nel parcheggio, l’appuntato non ha avuto alcun incertezza nel lasciare l’auto e dirigersi a piedi al lavoro, senza pensare nemmeno per un secondo al fatto che dietro di lui, sui sedili posteriori, c’era Stella. Buio totale, confermato anche a metà mattinata quando la moglie gli ha telefonato come sempre per mettersi d’accordo su chi fra i due avrebbe ripreso la piccola al nido.

“Tutto a posto? – gli avrebbe detto – Ok, allora passo io a prenderla e la porto a casa”. La mamma della bambina, battezzata nel settembre scorso da don Alfio nella parrocchia di San Virgilio, lo ha raccontato quando è stata sentita da chi indaga subito dopo la scoperta della tragedia. Poi è toccato al marito. Momenti drammatici nei quali però entrambi hanno fornito versioni coincidenti. Di Tona, assistito dalle avvocate Daniela Ciardo e Giovanna Mazza, è indagato per ora per abbandono di minore.

Oggi verrà conferito l’incarico per gli esami autoptici che saranno subito effettuati nell’istituto di medicina legale del Policlinico di Tor Vergata. Da capire ancora le cause del decesso, forse legate al caldo – ieri nel parcheggio c’erano 29 gradi esterni – e al fatto che la bimba è rimasta chiusa nella macchina.

Una bimba fortemente voluta dalla coppia, che dopo la tragedia si è riunita nella serata di mercoledì a casa, con i parenti e gli amici più stretti, dove è rimasta anche per tutta la giornata di ieri.

Tutti sperano che i funerali possano essere celebrati il più presto possibile. Intanto però le indagini proseguono su due punti in particolare: se l’appuntato – che durante l’interrogatorio non ne ha, comunque, fatto cenno addossandosi ogni responsabilità sull’accaduto – stesse vivendo un periodo particolarmente stressante dal punto di vista personale o professionale, e sulla presenza sulla Megane o meno del dispositivo di allarme anti-abbandono, obbligatorio secondo il Codice della strada.

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